Cesari in pellicola: Cinema tra le rovine 20 anni dopo

27 Lug 2017, 21.30 Palazzo dei Musei

Nel ventennale della Rassegna estiva ambientata nel giardino archeologico e nell’anno in cui tutta la Regione celebra la via Emilia, asse portante delle sue comunicazioni, si ritorna, come nella prima edizione, alla civiltà dei Romani attraverso film capolavoro sull’antico, con il supporto delle riflessioni proposte da autorevoli studiosi di storia del cinema. In collaborazione con Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia.

Nicola Cassone commenta
“Spartacus” di S. Kubrick (1960) 198′

Il gladiatore Spartaco organizza una rivolta con l’intenzione di raggiungere un paese libero. L’esercito degli schiavi, comincia a dare serie preoccupazioni al Senato romano che decide di fermarlo. Ma Antonino, grande amico di Spartaco, avverte che una legione romana sta avanzando. Grazie a questo, Spartaco riesce, in una imboscata, a sconfiggerla, dirigendosi poi verso il sud. Non essendo però riuscito a corrompere dei pirati arabi per ottenere in cambio alcune navi, non gli rimane che una alternativa: attaccare Roma. La guerra tra le armate di Crasso ed i 60.000 schiavi ha inizio. Decine di migliaia di uomini vengono massacrati in una immane lotta e Spartaco viene sconfitto. Crasso fa crocifiggere tutti i prigionieri, ad eccezione di venti, che si dovranno battere a meno che non rivelino il nascondiglio di Spartaco. Questi allora gli si presenta ridotto in uno stato pietoso, a causa delle ferite e della lunga marcia; obbligato a combattere nella arena con Antonino, dopo averlo ucciso, viene inchiodato su una croce e posto vicino ad una delle porte di Roma. Spartaco, con gli occhi sbarrati dal dolore ma nello stesso tempo colmi della luce del trionfo, segue la biga che porta sua moglie Varinia e suo figlio verso un avvenire migliore.

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Spartacus è un film del 1960 diretto da Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Howard Fast (1952). Narra la vita dello schiavo che sfidò la Repubblica romana: il gladiatore trace Spartaco. Il film iniziò sotto la regia di Anthony Mann, che però dopo breve tempo fu licenziato dal produttore e protagonista Kirk Douglas e sostituito alla regia da Kubrick, dal quale Douglas era già stato diretto tre anni prima in Orizzonti di gloria. Si tratta del primo lungometraggio a colori del regista (egli aveva già diretto il cortometraggio “The Seafarers” a colori).

Kubrick volle apportare numerose innovazioni alla sceneggiatura per evitare la scontata produzione dell’ennesimo film epico, come per esempio le scene d’amore, e dando maggiore spessore ad altri temi, da lui ritenuti emblematici di una società macchinosa e corrotta. Kubrick fu autore di alcune sequenze certo degne di miglior fama, come per esempio la battaglia finale, per la quale riuscì a rendere in modo eccellente le manovre tattiche dell’esercito romano (per la cui resa descrittiva s’ispirò alle scene di battaglia di Aleksandr Nevskij di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn). La scena rende nitidamente l’avanzata tatticamente impeccabile delle coorti, spiegandone i movimenti (facendo un eccellente uso del montaggio per “moltiplicare” le comparse) e segue insieme il crescendo della tensione dei ribelli, sino al momento liberatorio del contrattacco. Non per nulla il regista utilizzò per questa scena – realizzata in una grande pianura nei dintorni di Madrid – 8.000 soldati di fanteria, ottenuti dopo un accordo con l’esercito spagnolo. A Kubrick si deve anche un particolare espediente per realizzare il frastuono delle scene di massa: il regista infatti fece registrare con un’apparecchiatura a tre vie i cori e gli incitamenti di 76.000 spettatori durante una gara di football degli Spartans, squadra del Michigan State Notre Dame College di Lansing.

Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928 – St Albans, 7 marzo 1999) è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense naturalizzato britannico. Considerato tra i più grandi e geniali cineasti della storia del cinema, è stato anche direttore della fotografia, montatore, scenografo, creatore di effetti speciali, scrittore e fotografo. Le sue opere sono considerate dal critico cinematografico Michel Ciment “tra i più importanti contributi alla cinematografia mondiale del ventesimo secolo”. Ha diretto in totale tredici lungometraggi ed è stato candidato per tredici volte al Premio Oscar, vincendolo solo nel 1969 per gli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio. Nel 1997 gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia. È conosciuto per aver affrontato con grande successo di critica e pubblico un ampio numero di generi cinematografici: il noir con Il bacio dell’assassino, il thriller con Rapina a mano armata, il peplum con Spartacus, la satira politica con Il dottor Stranamore, la commedia nera con Lolita, la fantascienza in 2001: Odissea nello spazio, la fantascienza sociologica in Arancia meccanica, il genere storico in Barry Lyndon, l’horror con Shining, il genere guerra con Paura e desiderio, Full Metal Jacket e Orizzonti di gloria, il dramma psicologico in Eyes Wide Shut.


L’iniziativa si inserisce nel progetto “2200 anni lungo la Via Emilia” promosso dai tre Comuni di Modena, Reggio Emilia e Parma, dalle Soprintendenza Archeologia di Bologna e di Parma, dal Segretariato Regionale Beni, Attività culturali e Turismo, e dalla Regione Emilia – Romagna.

www.2200anniemilia.it

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

Info:

0522 456477 Musei Civici – uffici, via Palazzolo, 2
(da lun a ven: 09.00 – 13.00 / mar, gio: 14.00 17.00)
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
orari di apertura
musei@comune.re.it