IL GRANDE MALE / Laura Gasparini

26 Set 2015, 18.30

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Il Grande Male

IL MASSACRO DEGLI ARMENI NELLE MEMORIE DI MARIA GIGLI CERVI PANSA E NEI DIARI DELL’AMBASCIATORE REGGIANO ALBERTO PANSA
conversazione di Laura Gasparini
voce recitante Barbara Nicoli
introduce Roberto Macellari, Musei Civici

L’ambasciatore reggiano Alberto Pansa (1844-1928) e la moglie Maria Gigli Cervi (1867-1960) furono testimoni oculari dei disordini e dei primi massacri degli Armeni durante il loro secondo soggiorno a Costantinopoli dal 1895 al 1901. Alberto Pansa partì per preciso ordine del Presidente del Consiglio dei ministri Francesco Crispi, consapevole della difficile situazione legata all’instabilità politica dell’Impero Ottomano dove Francia, Inghilterra Germania e Italia avrebbero dovuto avere un ruolo di assistenza e controllo della politica della Grande Porta nell’applicare le riforme di ammodernamento del paese. Ciò prevedeva, tra le numerose innovazioni, il riconoscimento di alcune comunità cristiane, tra cui gli Armeni, e la loro indipendenza, come concordato con il Sultano Habdul Amid II nel trattato di Berlino del 1878.
Alberto e Maria Pansa divengono, loro malgrado, testimoni oculari in particolare degli incidenti dell’agosto del 1896. Entrambi raccontano dettagliatamente questi avvenimenti nei loro scritti: Maria Pansa nelle sue Memorie, redatte poco prima di morire nel 1960; Alberto Pansa nei suoi diari, che si pensava fossero andati perduti, ma che sono invece conservati all’Archivio del Ministero degli Esteri La Farnesina a Roma.
Lo stile di Maria afferisce, anche se in parte, alla tradizione odeporica delle memorie dei viaggiatori del secolo scorso, mentre i diari di Alberto raccolgono, in uno stile telegrafico tipico del registro giornaliero, fatti, ma anche impressioni e opinioni personali, come, ad esempio, la sua personale convinzione che l’entrata in Guerra dell’Italia fosse solamente una sciagura. Le loro testimonianze personali sono davvero uniche e toccanti così come il loro impegno nel salvare molti degli Armeni di loro conoscenza trasformando il giardino dell’Ambasciata in un campo profughi. Nota è inoltre la protesta ufficiale di Pansa presso il Sultano e le sue diverse lettere alle potenze straniere per denunciare i massacri.
Alberto e Maria, con i figli Poli, Carina e Mario, sono oggi sepolti nella cappella di famiglia a Cà del Vento in provincia di Reggio Emilia, loro dimora prediletta.

Foto: © Carlo Vannini

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

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