SOUND MUSEUM / concerti

17 Lug 2016, 21.00 Palazzo dei Musei

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Fragile (plays Steve Reich)
King of the Opera
Permanent Fatal Error
in collaborazione con Red Noise

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FRAGILE
Atipico duo composto dal pittore Mattia Scappini e da Luca Perciballi alla chitarra, nasce dalla volontà di recuperare gli studi e le inclinazioni proprie delle avanguardie storiche del Novecento, partendo dalla figura e dagli scritti teorici di Paul Klee. Il pittore svizzero aveva intuito che le corrispondenze tra le due arti, così diverse per gestazione, tecnica, e mezzi, possono essere sottolineate solo se il materiale di partenza comune viene ridotto ai minimi termini, oggettivizzato, reso assoluto. A breve l’etichetta NAU Records rilascerà il vinile di Fragile in tiratura limitata. Il Lato A sarà occupato dalla performance musicale di Perciballi mentre il Lato B da una serigrafia originale di Scappini La particolare esperienza di Fragile in versione orchestrale tenta di portare il lavoro sui significati condivisi propri del metodo Conduction, ad un livello di azione ulteriore: il linguaggio coinvolto non è più esclusivamente musicale ma cerca di incorporare l’ esperienza dell’arte visiva, partendo dal presupposto teorico di una fondazione comune. (www.lucaperciballi.net  –  www.fragilelive.wordpress.com)
Lo Spettacolo – La performance “Absolute repetition” è innanzitutto un tributo alla figura del grande Steve Reich, compositore universalmente conosciuto per l’invenzione di un linguaggio personale che fonde ripetizione, ritmi africani e neo tonalismo. Findai suoi esordi Reich ha dimostrato attivamente l’importanza e il significato di un impegno musicale senza compromessi, semper condotto con massima intelligenza e rigore. Durante lo spettacolo il duo Fragile (Luca Perciballi- direzione, Mattia Scappini- live painting) guiderà l’orchestra in una creazione collettiva basata sulla gestualità codificata della Conduction ma costruita a partire dagli spunti musicali , eseguiti o registrati e manipolati elettronicamente, dello stesso Reich che fungeranno da vero e proprio elemento strutturale portante. Una rilettura critica e vitale del materiale del compositore statunitense.
La Conduction – vocabolario di segni ideografici e gesti usati per modificare costruire in tempo reale arrangiamenti o composizioni musicali. Ogni segno e gesto del direttore trasmette informazioni generative per l’interpretazione del singolo e dell’ensemble, e dà la possibilità di alterare o dettare istantaneamente armonia, melodia, ritmo, articolazione, fraseggio o forma. Nella Conduction, ogni segno ha una sua definizione, ma a partire da questa al partecipante viene richiesto di definirne qualitativamente il contenuto. L’istruzione genera quindi un risultato potenziale; in ragione della corrispondenza tra definizione e segno, l’interpretazione individuale muta in un processo progressivo di evoluzione determinato dalla direzione presa da ciascuno, nel tempo e sul momento. Un elemento essenziale è dunque la discrezionalità del musicista, in quanto questi può ricorrere a qualsiasi mezzo musicale per interpretare le istruzioni ed ampliare e affinare così la portata e la qualità del “ contenuto” dell’istruzione. Avendo a disposizione un lessico di istruzioni fondato sul simbolismo della teoria musicale, l’interpretazione diventa una procedura di variazione che dà al direttore lo spazio necessario per manipolare, sfruttare la ricchezza tanto della notazione quanto dell’improvvisazione.

KING OF THE OPERA
King of the Opera è il nuovo progetto di Alberto Mariotti, originariamente un trio formato insieme a Wassilij Kropotkin (violino, chitarra elettrica, tastiere) e Simone Vassallo (batteria, percussioni), i musicisti che negli ultimi anni hanno spesso accompagnato dal vivo ed in studio Samuel Katarro nelle sue performance. La nascita di King of The Opera segna quindi per Mariotti l’abbandono del vecchio moniker, con il quale ha ricevuto in questi anni numerosi premi (vincitore del RockContest nel 2006, del miglior debutto musicale col Premio Fuori dal Mucchio per il primo disco Beach Party, nel 2009, e del premio PIMI come miglior artista solista al MEI del 2010 dopo l’uscita del secondo disco The Halfduck Mystery), ma anche l’apprezzamento della critica e di molti colleghi musicisti, tra cui, all’estero, personaggi di culto come Julian Cope, David Thomas e Patti Smith. Non è un caso quindi che il battesimo di King Of The Opera sia avvenuto nel primo concerto all’estero per Mariotti e soci, nella prestigiosa cornice del San Miguel Primavera Sound Festival di Barcellona, uno degli appuntamenti più importanti al mondo per le nuove tendenze della musica alternativa. Questo grande evento è stato seguito da un minitour di dieci date in Svizzera e in Germania. Il primo album di King of the Opera si chiama Nothing Outstanding ed è stato pubblicato nel Novembre 2012 da La Famosa Etichetta Trovarobato. L’album contiene il brano The Floating song, di cui è stato girato un videoclip. Nel corso del 2013 la band ha collezionato più di 80 concerti tra Italia ed Europa tra cui uno showcase negli studi RAI di Via Asiago, il concerto inaugurale del Festival delle Colline nei dintorni di Firenze e l’apertura per la data pratese di Patti Smith a Luglio. Sempre nello stesso anno 2013 i King of the Opera hanno ricevuto il premio Keepon per “migliore rivelazione live dell’anno” e sono stati inseriti trai 5 candidati del PIMI (Premio Italiano Musica Indipendente) sempre come “Best Live”. Il 14 Marzo 2014 i King of the Opera hanno pubblicato un EP intitolato Driftwood, un unico brano di quasi 20 minuti diviso in 3 movimenti ispirata ai suoni e alle atmosfere marine. Il 2015 ha segnato il ritorno al formato solista di King of The Opera. Alberto Mariotti, dopo essersi dedicato al progetto Ocean Bells, ha riproposto dal vivo la versione voce e chitarra che aveva caratterizzato gli inizi del fu Samuel Katarro. La testimonianza discografica di questa nuova formula si chiamerà Pangos Sessions, un disco composto da riletture in chiave acustica di alcuni suoi vecchi brani e altrettante cover di artisti a lui cari in uscita il prossimo 17 Giugno. (facebook – soundcloud – twitter  – instagram)

PERMANENT FATAL ERROR
Permanent fatal error è il progetto di Olivier Manchion, musicista parigino e membro fondatore, coproduttore e bassista di Ulan Bator, con i quali ha pubblicato classici del “post-punk/rock” come “Polaire”, “Végétale” e l’ultimo “Ego:Echo” prodotto da Michael Gira (Swans). Scoperto in Italia dai CSI, il trio infuocherà i palchi italiani fino alla pubblicazione di “Ok:Ko”. Nel 2001, alla ricerca di nuovi spazi sonori, Olivier lascia Ulan Bator e crea Permanent fatal error (Olivier Manchion, Nicolas “Aka_Bondage” Marmin, Giulio Vetrone e Francesco Bolognini dei CUT) con il quale pubblica l’album “Law Speed” (2004) prima di un breve rientro negli Ulan Bator e di una nuova collaborazione con i leggendari Faust e Damo Suzuki (Can). Uomo di mille progetti, Olivier dirige dal 2009 il super-collettivo reggiano Arzân e dal 2013 ha lanciato a Reggio Emilia, dove vive dal 2001, il progetto “Red Noise“, dedicato alle band emergenti del panorama reggiano. Dopo 10 anni di silenzio, il 16 febbraio 2015 esce un nuovo EP intitolato “Deaf sun / Deaf blues” (Secret Furry Hole) con un organico di 7 musicisti che include il chitarrista Seb Martel (Femi Kuti, Piers Faccini, Morcheeba, Camille…) e Franck Lantignac, primo batterista di Ulan Bator (Polaire, Végétale).
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L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

Info:

0522 456477 Musei Civici – uffici, via Palazzolo, 2
(da lun a ven: 09.00 – 13.00 / mar, gio: 14.00 17.00)
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
orari di apertura
musei@comune.re.it