Magia, la donna celtica

Mentre contemplo nello specchio il mio volto, chiaro e lucente come la luna, nel quale brillano due stelle verdi, e spazzolo i miei capelli del color fulvo delle genti boreali, ripenso al grande fiume della nazione cenomane, che ora chiamano Padus, e noi invece con il suo antichissimo nome, Bodincus, e alle nostre foreste senza fine e ai riti notturni che vi celebravamo. A Brixelo, sulle sponde del fiume, mi incontrò un soldato di Roma, nostra alleata, che mi portò con sé a Regium a vivere con lui. Qui la vita scorre serena: la cura della casa, il mercato, di quando in quando le terme. Gran buon uomo il mio legionario, questo sì! Mi consente di indossare gli ornamenti di un tempo, soprattutto i bei bracciali in vetro di mille colori, e di sorseggiare nel bicchiere profondo la cervisia, chiara come le nostre chiome. Lui stesso la alterna al vino di queste campagne con cui, come noi abbiamo sempre fatto, annaffia la carne suina stagionata sotto sale.Tutto ordinato dalle loro leggi. Ma le nostre buie foreste e la corrente lenta del grande fiume, oh, buoni dei! quanto mi mancano.

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