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TROMBONI DA UNA FINESTRA

A due miglia da Reggio, sulla via Emilia verso Modena, passato il torrente Rodano si trova il Mauriziano. La villa, casa di campagna della famiglia Malaguzzi, è conosciuta per la frequentazione del giovane Ludovico Ariosto che la volle ricordare nei versi “Il tuo Maurician sempre vagheggio / la bella stanza, il Rodano vicino”. Era un casino di campagna destinato ad accogliere, in sereno ambiente campestre, gli ozi dei Malaguzzi e dei loro amici.
Non fu sempre così; proprio nel Mauriziano si svolse uno dei più clamorosi casi di cronaca nera del Seicento. Nel 1598 la nobile reggiana Silvia Vicedomini convola a nozze con il conte Alfonso Sanvitale di Fontanellato. Il matrimonio sembra funzionare: nascono sei figli. Alfonso però perde la testa per un’altra donna, e a nulla serve l’intervento del duca Ranuccio Farnese che costringe il Sanvitale a “cacciare la druda, accio’ si ravvedesse a vivere da bon cristiano”. Alfonso non recede: alloggia l’amante a Mantova e l’invita ad attendere la morte di Silvia. Silvia non solo non muore, ma tornata a Reggio chiede l’annullamento del matrimonio e la restituzione della dote. In attesa della risposta del Sanvitale trova ospitalità, con la madre Ginevra ed il fratello Ranuccio al Mauriziano, presso gli amici Malaguzzi. Sanvitale, rovinato dalla tresca amorosa, non può restituire la dote: decide di risolvere altrimenti il problema.
La sera del 9 giugno 1611, da una finestra tenuta aperta per la calura, vengono esplosi diversi colpi d’archibugio. Silvia, ferita, sopravvive, Ginevra invece colpita alla spalla morirà poco dopo; illesi rimangono Ranuccio e la prole di Silvia. Gli sparatori, due malandrini, vengono presi e immediatamente giustiziati. Il mandante, il Sanvitale, “posto ai tormenti ed alla rota” dal duca Farnese, confessa ed è condannato alla decapitazione (pena che spettava ai nobili). Risultando Alfonso coinvolto in una congiura antifarnesiana, la pena viene tramutata in quella del pubblico squartamento. La condanna è eseguita a Parma il 19 Maggio 1612. (A. M.)
DOVE: Il Mauriziano