Manifattura dell’italia settentrionale
Armadio
Sesto – settimo decennio del XIX secolo
Legno di mogano con intarsi in avorio, faggio, ciliegio, pero;
legno di noce in parte intarsiato con legno di mandorlo ed acero

L’armadio altro non è che l’esito raffinato di un’operazione di accorpamento, coniugante elementi genuini ad altri palesemente “in stile”, portata a compimento da una bottega dell’Italia settentrionale fra il sesto e l’ottavo decennio del XIX secolo.
Rientra nel novero delle magistrali contraffazioni tardo – ottocentesche, rispecchiando un gusto piuttosto diffuso nell’ebanisteria italiana dell’epoca, l’intarsio, eseguito direttamente nel massello di mogano, di cui sono fatte le due ante. In palese contrasto con l’ossatura in noce del mobile, queste ultime sono verosimilmente catalogabili come “materiale di recupero”, analogamente alla fragile cimasa a balaustrini ed ai piedi torniti a cipolla schiacciata su cui poggia l’ondulante basamento modanato, che ricalca la fluida centinatura delle catene. Di smagliate assetto cromatico, il commesso in avorio, ciliegio, pero e faggio con filettature in legno di frutto trae ispirazione, nella sfogata decorazione a carattere naturalistico – venatorio, da esemplari prodotti nella Germania meridionale a cavallo fra ‘500 e ‘600. Ciascun elemento del dettato ornamentale è ricavato in un unico pezzo di lastrone. Mancando, così, del tutto i delicati passaggi tonali che contraddistinguono l’intarsio d’epoca, risultato della meditata giustapposizione di essenze diverse, gli effetti di profondità e chiaroscuro pittorico sono indotti dal tratto abbreviato di rifiniture eseguite a pirografo. Di schietta osservanza neo – rinascimentale sono poi le candelabre a grottesche che si dipanano lungo le membrature cadenzanti il prospetto del mobile. Losanghe intarsiate con legno di mandorlo ed acero impreziosiscono i fianchi in noce massiccio.