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A Bolzano i materiali preistorici da Remedello dei Musei Civici di Reggio Emilia

Appartengono alla Tomba 83 della necropoli dell’Età del rame di Remedello Sotto (BS) la lama di pugnale in rame, i ribattini e il pendaglio in marmo che sono oggi esposti alla mostra temporanea “HEAVY METAL – Come il rame cambiò il mondo” (2.2.2016 – 14.1.2018), presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige, ove resteranno per tutto il 2016.
Insieme ad altri oggetti provenienti dalla stessa necropoli, tutti appartenenti al Museo “Gaetano Chierici di Paletnologia” dei Musei Civici di Reggio Emilia, sono partiti pochi giorni fa per far parte di questa importante mostra dedicata alla scoperta del primo metallo, passo rivoluzionario per l’umanità, che risale a oltre 10.000 anni fa.

La necropoli, scoperta casualmente durante l´impianto di un vigneto, nel 1885 fu oggetto di scavi seguiti personalmente da Gaetano Chierici, che, impaziente di trovare conferma alle sue teorie, volle essere presente nonostante la rigida stagione: si ammalò e nel gennaio 1886 passò a miglior vita.
Fu proprio la necropoli di Remedello che consentì al Chierici di definire, negli ultimi mesi di vita, quel nuovo periodo preistorico che da qualche anno aveva intravisto e chiamò Eneolitico, periodo oggi noto come Età del rame.

La mostra

HEAVY METAL – COME IL RAME CAMBIÒ IL MONDO
Mostra temporanea, Museo Archeologico dell’Alto Adige, Bolzano, 2.2.2016 – 14.1.2018

La mostra temporanea HEAVY METAL ripercorre la storia del rame e quali sono state le conseguenze della sua scoperta nella vita dell’uomo, dall’età della pietra fino alla nostra quotidianità.

L’uomo più noto dell’età del rame è Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio della Val Senales. Dal 1998 è esposto al Museo Archeologico dell’Alto Adige insieme alla sua attrezzatura: Con sé portava una preziosa ascia di rame, che lo distingueva come un’importante personalità.

La mostra illustra gli esordi della lavorazione del rame nel Medio Oriente e l’utilizzo di questo metallo da parte dei gruppi culturali dell’area alpina all’epoca di Ötzi, ca. 5.000 fa. Anche se nel territorio altoatesino sono presenti minerali ramiferi, inizialmente il rame si diffuse in Europa a partire dalla penisola balcanica. Il know-how acquisito sulla materia prima e sulla sua lavorazione in Medio Oriente raggiunse lentamente l’Europa centrale. Contemporaneamente si andarono intensificando i contatti tra le varie culture e i processi di trasferimento delle conoscenze raggiunsero dimensioni mai viste prima tra i gruppi culturali preistorici dell’Europa centrale.
Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, s’inserisce in questo panorama come individuo facente parte di un gruppo di persone che disponevano di rame e sapevano come lavorarlo, beneficiando di un vantaggio non indifferente. La novità tecnica rappresentata da questo metallo innescò al contempo una profonda evoluzione economico-sociale.
Ancora oggi, 5.300 anni dopo Ötzi, il rame svolge un ruolo essenziale nella vita quotidiana di tutti noi

HEAVY METAL espone, su una superficie di ca. 300m², numerosi ritrovamenti archeologici
dell’area alpina, così come significativi reperti originali delle regioni confinanti. Grazie ai suoi elementi multimediali e ai chiari riferimenti all’attualità, la mostra si rivolge tanto ai giovani quanto agli adulti.

Hanno collaborato alla mostra attraverso prestiti temporanei:
Amt für Archäologie, Frauenfeld/Thurgau (CH)
Ufficio Beni archeologici, Bolzano (I)
Ferdinandeum, Innsbruck (A)
Istituto Italiano del Rame, Milano (I)
Kantonsarchäologie Graubünden, Chur (CH)
Kantonsarchäologie Tessin, Bellinzona (CH)
Leopold-Franzens-Universität, Innsbruck (A)
Montanwerke, Brixlegg (A)
Musei Civici Reggio Emilia, Reggio Emilia (I)
Museo Nazionale Luigi Pigorini, Roma (I)
National Institute of Archaeology and Museum, Sofia (BGR)
Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Bolzano (I)
Palais Mamming Museum, Merano (I)
Rätisches Museum, Chur (CH)
Regional Museum of History, Stara Zagora (BGR)
Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, Bologna (I)
Soprintendenza per i Beni Culturali – Ufficio Beni archeologici, Trento (I)
Urgeschichtemuseum MAMUZ, Schloss Asparn/Zaya (A)
Wosinsky Mór Megyei Múzeum, Szekszárd (HU)

“HEAVY METAL – COME IL RAME CAMBIÒ IL MONDO”
Coordinamento del progetto: Angelika Fleckinger
Curatore della mostra: Andreas Putzer
Gruppo ideatore: Vera Bedin, Margit Tumler, Günther Kaufmann, Andreas Putzer
Design della mostra: DOC, Office for communication and design, Bolzano
Allestimento strutture: Fine Line; Plantec; Profiklex; Eldomare Electronics

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