Il Tè delle Muse – La Madonna di Reggio esce da Reggio. Il culto a Ferrara e a Piacenza nella prima metà del Seicento

9 Feb 2020, 16.00 Palazzo dei Musei

Il Tè delle Muse – La Madonna di Reggio esce da Reggio. Il culto a Ferrara e a Piacenza nella prima metà del Seicento

con Giovanni Sassu, Federico Ragni e Federica Dallasta

Sono quattro gli incontri di approfondimento, realizzati nell’ambito della rassegne Il tè delle Muse, dedicati alla mostra Da Guercino a Boulanger. La Madonna di Reggio. Diffusione di un’immagine miracolosa in corso presso Palazzo dei Musei a Reggio Emilia fino all’8 marzo. Alcuni degli autori che hanno contribuito al catalogo dell’esposizione approfondiranno opere e tematiche legate all’iconografia, alla storia, alla diffusione della Madonna della Ghiara.
Domenica alle ore 16 presso Palazzo dei Musei (via Spallanzani 1) si terrà il terzo appuntamento dal titolo “La Madonna di Reggio esce da Reggio. Il culto a Ferrara e Piacenza nella prima metà del Seicento” a cura di Giovanni Sassu, Federica Dallasta e Federico Ragni.
Dopo un primo inquadramento storico dell’immagine miracolosa e un affondo sul culto presso Modena nuova capitale del ducato, lo sguardo si rivolge a Ferrara, ex capitale del Ducato Estense, che partecipa alla divulgazione del culto della Ghiara con dinamiche del tutto particolari. Ciò è determinato dal contesto del tutto singolare che vide Ferrara alla fine del Cinquecento al centro di due terremoti: quello fisico e reale del sisma del 1570 e quello simbolico, ma altrettanto potente, della Devoluzione della città alla Stato Pontificio. Rievocando lo straordinario rinnovamento architettonico degli edifici sacri dell’inizio del XVII secolo, l’intervento di Giovanni Sassu descriverà la penetrazione della nuova iconografia reggiana nel contesto della cultura figurativa dell’epoca attraverso il racconto delle opere sopravvissute e di quelle scomparse commissionate da committenti pubblici e privati.
Scorrendo i cataloghi dei miracoli compiuti dalla Madonna della Ghiara dopo la guarigione del sordomuto Marchino nell’aprile 1596 e prestando attenzione alle date precise in cui i devoti fecero il voto per ottenere la grazia, si scopre che la prima zona extra-estense coperta dalla protezione della Beata Vergine reggiana furono Parma e il Parmense. Parma è, quindi, un caso di studio interessante per scoprire le ragioni di una subitanea e duratura ricezione del culto: un primo motivo deve essere individuato nell’alleanza politica fra i due stati confinanti, quello Estense e quello Farnese; ma ve ne sono parecchi altri. I confini fra le due diocesi superavano i limiti statali, cosicché numerose parrocchie estensi erano nella diocesi di Parma e viceversa. Anche la giurisdizione delle due sedi inquisitoriali di Parma e Reggio si intrecciava profondamente. Era, però, la gente stessa che abitava al di qua e al di là dal fiume Enza ad essere imparentata. Molte famiglie parmigiane risiedevano a Reggio o nel Reggiano e molte famiglie reggiane a Parma o nel Parmigiano. Non va ignorato il significativo apporto al culto fornito dai Servi di Maria, che nella capitale farnesiana erano titolari di un grande convento e a Piacenza ne avevano perfino due.
Proprio a Piacenza si conservava la celebre pala di Giovanni Lanfranco dedicata alla Madonna della Ghiara, oggetto dell’intervento di Federica Dallasta e Federico Ragni, e che rimane un unicum nel contesto piacentino ove non risultano attestazioni di altari dedicati alla Madonna di Reggio. Quali le ragioni che portarono all’importante commissione? Risulta non meno importante contestualizzare l’attività piacentina di Lanfranco all’interno di un momento di particolare fervore artistico della città emiliana e soffermarsi sull’iconografia e in particolare sull’aderenza, tutt’altro che comune, manifestata da Lanfranco verso alcuni prototipi della Madonna di Reggio.

Federica Dallasta  vive a Parma, dove insegna Lettere in un liceo. Dopo la laurea e la specializzazione in Storia dell’arte a Bologna e a Siena, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze archivistiche e bibliografiche a Udine. Si dedica alla storia dei Farnese da più punti di vista: come committenti d’arte, collezionisti di libri, promotori di iniziative filantropiche e come principi difensori della fede cattolica nell’età della Controriforma.

Giovanni Sassu  Storico dell’arte specialista nell’arte dell’Italia settentrionale dal Quattro al Seicento,  è curatore del Museo della Cattedrale e dei Musei di Arte Antica di Ferrara. Autore di numerose pubblicazioni su riviste, cataloghi e atti di convegni italiani e internazionali, ha recentemente curato a Palazzo dei Diamanti la fortunata mostra Carlo Bononi. L’ultimo sognatore dell’officina ferrarese.

Federico Ragni si è laureato con lode in Storia dell’arte presso l’Università Cattolica di Milano, con una tesi su Camillo Gavasetti. Attualmente frequenta, presso la medesima università, la Scuola di Specializzazione in beni storico-artistici e, dopo aver ulteriormente approfondito il soggetto della tesi, sono in fase di pubblicazione due contributi sul pittore modenese.

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

Info:

0522 456477 Musei Civici – uffici, via Palazzolo, 2
(da lun a ven: 09.00 – 13.00 / mar, gio: 14.00 17.00)
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
orari di apertura
musei@comune.re.it