#0 / Settembre 2020

Anche i Musei Civici di Reggio Emilia, per reagire all’emergenza Covid-19, hanno puntato su una forte azione online intensificando tutti i canali di comunicazione già attivi – dal sito www.musei.re.it, ai social network, a Google Arts & Culture -, per ampliare l’offerta culturale e le forme di interazione e non perdere il contatto con i pubblici. Facendo tesoro di questo vissuto e volendo valorizzare l’esperienza che la pandemia ha portato a intraprendere, si è deciso di creare uno strumento che via via raccolga i contenuti e li presenti in forma di magazine per portare il museo nelle case di tutti, per offrire freschi aggiornamenti sulle attività in corso e sulla vita dei Musei Civici nella fase di grande cambiamento che essi stanno attraversando, segnata dall’imminente inaugurazione del nuovo Palazzo dei Musei – che sempre più vuole essere una piazza aperta, un luogo di scambio, di incontro e di produzione culturale -, per rilanciarne il valore fondante di luogo della bellezza che educa e cura, dispositivo dialogico della città creativa.

Nasce così Museo_Mag : Trasmissioni di Cultura, mensile online dei Musei Civici di Reggio Emilia, che ha l’ambizione di presentare il Sistema Museale nel suo complesso in un’unica cornice che utilizzi e integri tutti i canali di comunicazione per aiutare ad entrare nel mondo del museo ed orientarsi tra i suoi temi e le sue possibilità. Si intende così unire tutti gli elementi e tutte le azioni di comunicazione del museo e restituirli periodicamente allo sguardo del pubblico come in una costellazione da esplorare nel suo insieme.

Museo_Mag : Trasmissioni di Cultura racconta gli snodi e le diverse sfaccettature della rete museale, costituendone al tempo stesso un archivio facilmente accessibile, con l’obiettivo di una trasmissione di conoscenze sempre più inclusiva e attraente.

Diverse sono le rubriche proposte, tematiche e disciplinari, tra le quali: City Talk | Reggio Emilia. La Cultura per immaginare il futuro, da giugno a dicembre 2021, un ciclo di conversazioni in diretta web, condotte da Annalisa Rabitti, assessora a Cultura, Marketing territoriale e Progetto Città senza Barriere del Comune di Reggio Emilia; Musei delle Meraviglie, con approfondimenti sulle singole sedi della rete museale cittadina a cura dei conservatori; Crescere al Museo, per approfondire le proposte didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado; What’s on dedicato alla presentazione delle mostre e degli eventi in corso o agli approfondimenti pensati per i diversi pubblici; Ispirazione Museo, progetto mirato ad attivare la comunità dei creativi, per far emergere quelle professioni e attività che rielaborano i contenuti museali in ambiti differenti con l’intento di generare uno spazio di azione comune puntando su una nuova relazione tra il museo e i player della creatività, mettendo così in valore il contributo specifico che il museo può offrire al mondo del lavoro e dell’economia per la società futura; Focus Psichiatria, dedicato ad approfondire la conoscenza e i temi del Museo di Storia della Psichiatria, della fragilità, della lotta allo stigma.

Con questo numero zero Museo_Mag : Trasmissioni di Cultura prende il via nell’autunno di un anno eccezionale, che vede tutto il mondo culturale impegnato in una ripartenza fiduciosa nel futuro. Invitiamo quindi tutti gli innamorati, come noi, dei Musei della città di Reggio Emilia, e tutti i curiosi, a rimanere sintonizzati e a seguirci in questo viaggio per continuare a crescere e a stare bene insieme.

Georgia Cantoni
Responsabile comunicazione
Musei Civici di Reggio Emilia

CITY TALK

Reggio Emilia. La Cultura per immaginare il futuro

Da giugno a dicembre 2021, un ciclo di conversazioni in diretta web con i protagonisti della scena culturale e artistica nazionale e internazionale per ripensare i temi e le opportunità della Cultura in questa fase storica segnata dal Covid-19.

Nel secondo appuntamento, Annalisa Rabitti, assessora alla Cultura del Comune Reggio Emilia, dialoga con Martina Mazzotta, storica dell’arte, e Annamaria Meo, direttrice del Teatro Regio Parma

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#PerunNuovoMuseo 

Ascoltare il racconto degli oggetti

Dalla mostra “For Inspiration Only” a oggi, un percorso di narrazione che accompagna la trasformazione di Palazzo dei Musei

Giunta ormai alla sua conclusione, la riqualificazione di Palazzo dei Musei è diventata nel tempo un’occasione per aprire una riflessione più approfondita sul ruolo e le potenzialità della principale istituzione museale cittadina.
Oggi viene chiesto a Palazzo dei Musei di interpretare, all’interno della sua comunità, sempre più un ruolo di laboratorio di connessione che, partendo dalle sue collezioni storiche, e quindi dal suo io più profondo, possa favorire pensiero critico e nuova creatività, sorgenti di futuro. Di essere un luogo che utilizza il suo patrimonio, eccezionale per la sua vastità spazio temporale e per la sua complessità relazionale, per affrontare le questioni del nostro tempo. Un luogo fatto per guardare, ascoltare e trovare ispirazione, simultaneamente fonte di esperienza e tramite di conoscenza.

Prove generali di Museo
Così è iniziato un percorso di sperimentazione, guidato dall’architetto Italo Rota, fatto di diverse fasi espositive, che, dapprima nel 2010 con la mostra nel cantiere di Palazzo dei Musei “L’amore ci dividerà. Prove generali di un museo” e poi nel 2012 con la mostra “Gli oggetti ci parlano” ai Chiostri di San Pietro, ha portato a coniugare alla funzione del conservare l’emozione dell’immaginare, del narrare, dell’ispirare curiosità, meraviglia, creatività. 
Il percorso intrapreso ha puntato a rafforzare l’identità del Palazzo dei Musei, luogo indice della rete museale cittadina, a mettere in valore l’eccezionalità delle sue collezioni storiche e la complessità delle sue sedimentazioni e a definire il suo nuovo rapporto con la città. Continua a leggere

#PerunNuovoMuseo

Oggetti all’Orecchio
12 microstorie per 12 oggetti

Ispirate alle parole di Hermann Hesse: “Tutto diventa un po’ diverso appena lo si dice a voce alta”, raccontiamo storie all’orecchio, “descrizioni”, sguardi poetici su quello che, grazie ai musei e alle collezioni, può rendere il passo del tempo quasi immutabile. Quasi sogno.

voce: Laura Pazzaglia – concept e coord. artistico: Maria A. Listur – da raccolte inedite di Attilio Marchesini – produzione: MA-LÀpro per Musei Civici di Reggio Emilia

1. Un eclettico collezionista ingegnere
Disegno dalla collezione Villani, Archivi dei Musei Civici di Reggio Emilia 

2. Il Tricolore, la notte e le donne nel Risorgimento reggiano
Piccolo Tricolore di Don Gaetano Chierici, sul bianco ricamo in rosso “A chi sa meglio difendermi”, 1850, Museo Chierici di Paletnologia, Musei Civici di Reggio Emilia

3. Vola colomba bianca vola
Colombi della collezione zoologica dei Musei Civici di Reggio Emilia

4. La “Vergine gravida”
Anonimo del XV secolo, Vergine incinta, legno policromo, Galleria Parmeggiani, Musei Civici di Reggio Emilia

5. Abbo del Museo
Fibula in oro, fine V – inizio VI secolo d.C. (facente parte del c.d. “Tesoro romano-barbarico”), Musei Civici di Reggio Emilia

6. Bibbianthal
Cirillo Manicardi, “Nel casello”, Olio su tela, Musei Civici di Reggio Emilia

7. Pars mea Deus
Targa in arenaria, con Sole e monogramma di Cristo, recante la scritta “Pars mea Deus”, Musei Civici di Reggio Emilia

8. Il male che non c’è
Busto in altorilievo in terracotta verniciata di Antonio Re, Museo del Tricolore, Musei Civici di Reggio Emilia

9.  Un vero soldato
Ritratto del generale Carlo Zucchi (1777-1863), insignito da Napoleone del titolo di Barone dell’Impero e al cui fianco combattè per due volte Costante Ferrari; Museo del Tricolore, Musei Civici di Reggio Emilia

10. “Secondo l’affezion che il dir ci sprona”
Il pianeta Saturno in una immagine ottenuta dalla Voyager 2 il 4 agosto 1981 da circa 21 milioni di chilometri

11. San Rocco e “l’Ala d’oro”
Scultura lignea di San Rocco, Musei Civici di Reggio Emilia

12.  Non sempre le statue sono immobili
Giovan Battista Bolognini, “L’Inverno”, Parco del Popolo, Reggio Emilia

#DeRerumNatura 

Cabinet of Curiosities 
Das Buch der Wunderkammern, Cabinets des Merveilles

E’ recentemente uscito un importante volume di Massimo Listri, pubblicato dalla casa editrice Taschen, che accompagna alla scoperta di alcuni di quegli episodi collezionistici, che tra XVI e XVII secolo sono stati definiti in Europa Wunderkammern, Cabinet of curiosities, Cabinets des merveilles. Un percorso che, attraverso una documentazione fotografica di altissimo livello e di grande formato, si snoda tra Austria, Danimarca, Inghilterra, Svezia, Germania, Francia e Italia e che include un capitolo dedicato alla Collezione di Lazzaro Spallanzani conservata ai Musei Civici di Reggio Emilia.

Tra la fine del Medioevo e il Rinascimento, come illustrato nella prefazione di Antonio Paolucci, nasce in Italia presso principi ed umanisti, a Firenze come a Ferrara, a Mantova, come a Venezia e Roma, la consuetudine, quasi l’esigenza, di rappresentarsi tramite un personale studiolo, una stanza privata, intima, in cui vengono disposti naturalia, artificialia e mirabilia: oggetti rari, preziosi o curiosi, dipinti, testimonianze archeologiche, reperti etnografici, esemplari zoologici, pietre e minerali, produzioni dell’ingegno e dell’arte, libri. Ne erano esempi, tra gli altri, gli studioli di Federico da Montefeltro ad Urbino, di Isabella d’Este nel Palazzo ducale di Mantova, di Francesco I de’ Medici a Palazzo Vecchio a Firenze, di Alfonso d’Este a Ferrara. Un modello collezionistico “onnicomprensivo e onnivoro”, scrive Paolucci. che troverà la sua più alta espressione nelle collezioni dei Gabinetti di Curiosità che verranno tra realizzati tra XVI e XVII secolo dalle famiglie regnanti di Europa. Collezioni private in cui al senso del bello e allo stupore, alla rarità e preziosità, si accompagna l’esigenza di un ordinamento sistematico, come specchio e rappresentazione del mondo nella sua interezza, che prelude alla nascita del moderno concetto di Museo. Continua a leggere 

 

#MuseoPOP 

One Piece

Nico Robin è l’affascinante e intelligente archeologa della ciurma di pirati capitanata da Monkey D. Rufy, da tutti conosciuto col soprannome di “cappello di paglia”. La giovane studiosa prende il mare per poter realizzare il suo sogno: navigare tra le isole del mondo alla ricerca dei “Poignee Griffe”, antichi monoliti su cui sono riportati caratteri appartenenti ad una lingua sconosciuta. La strana collaborazione tra Robin e Rufy si deve alla leggenda secondo cui alcuni di questi cimeli avrebbero iscritta la rotta per arrivare all’isola dove è custodito il grande tesoro del “re dei pirati”, di cui Rufy è alla ricerca.

Robin è nata e cresciuta ad Ohara, una terra molto antica con più di cinquemila anni di storia e che per questo motivo ha radunato molti archeologi desiderosi di comprenderne le origini. Fra questi, sua madre, Nico Olvia, era conosciuta per essere la più grande archeologa al mondo. Dopo la nascita di sua figlia, parte con un gruppo di studiosi alla ricerca dei Poignee Griffe, custodi di un pezzo di storia andato perduto e che poche persone al mondo sono state in grado di decifrare. Nel mondo di One Piece, dove il tradizionale rapporto tra buoni e cattivi è invece piuttosto articolato, lo studio delle pietre è considerato un reato da parte del Governo Mondiale che, probabilmente per motivi politici, cerca di nascondere al mondo i “cento anni del Grande Vuoto”, un periodo storico di cui non si sa nulla e che sarebbe invece ricostruibile attraverso la lettura dei monoliti.

Ereditata la passione dalla madre, Nico Robin diviene archeologa all’età di soli otto anni, grazie allo studio dei libri custoditi nel grande “albero della conoscenza”, la biblioteca più grande di Ohara.  Continua a leggere

#CrescerealMuseo 

Didattica a distanza con Google Arts & Culture

Stella Caporale è diplomata in pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Peri – Merulo” di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti, e si è laureata in lettere moderne con una tesi che approfondisce il rapporto tra letteratura italiana e musica. Nel 2005 ha conseguito la Laurea specialistica abilitante per l’insegnamento nella scuola secondaria (SSIS). Da quindici anni insegna materie umanistiche nella scuola secondaria di primo grado ed è attualmente docente di lettere presso la Scuola “Einstein” di Reggio Emilia.
Durante il periodo di chiusura delle scuole a causa della pandemia di Covid-19 ha utilizzato la piattaforma Google Arts and Culture per costruire una caccia al tesoro virtuale nelle sale di Palazzo di Musei, creando così uno strumento personalizzato da adottare nella didattica a distanza. Per questo motivo abbiamo deciso di farle qualche domanda su questa sua esperienza. Continua a leggere

#CrescerealMuseo 

Fermati e leggi, viaggiatore

Valentina Uglietti, nata a Milano nel 1990, si trasferisce nel 2010 a Parma per studiare Lettere e Archeologia ed entra in contatto per la prima volta con i Musei Civici di Reggio Emilia per svolgere il suo lavoro di tesi triennale riguardante le epigrafi etrusche. Negli anni successivi prosegue i suoi studi a Bologna e, parallelamente, svolge il Servizio Civile Volontario a Reggio Emilia, sempre in museo. La sua tesi di laurea rispecchia i suoi due interessi, la ricerca scientifica e la divulgazione: infatti, si occupa di studiare alcune epigrafi funerarie romane inedite e progetta, insieme ai Servizi educativi dei Musei Civici, in occasione della mostra “On the Road. Via Emilia 187 a.C.-2017”, una serie di storie “a bivi(simili ai libri-game) ambientate nel territorio reggiano tra il III sec. a.C. e il II d.C.

Nel 2019 inizia il dottorato in “Scienze Storiche e Archeologiche. Memoria, Civiltà e Patrimonio” e svolge la sua ricerca nell’ambito della musealizzazione e della divulgazione del patrimonio epigrafico, esaminando quindi come i reperti che presentano iscrizioni antiche, generalmente monumenti funerari, lapidi, ecc., vengono esposti e raccontati ai visitatori nei musei: a tale proposito recentemente ha collaborato con lo staff Comunicazione dei Musei Civici alla scrittura di una mostra virtuale per Google Arts & Culture, progetto internazionale cui i Musei Civici di Reggio Emilia collaborano fin dal 2013 ed è a riguardo di queste sue attività di ricerca che vogliamo porle qualche domanda. Continua a leggere

#MuseoPOP

Prima regola: mai rubare nei musei

Il nuovo romanzo di Felicia Kingsley – pseudonimo di una giovane autrice modenese – è una piacevolissima scorribanda tra le più belle città d’arte europee, con il fil rouge della caccia al diario di uno dei più misteriosi e intriganti personaggi della storia, il celebre libertino Giacomo Casanova.

Sylvie, esperta di lingue e Nick, profondo conoscitore della Storia dell’arte, sono due abili ladri, che, oltre ad alleggerire incauti miliardari delle loro auto di lusso, vengono spesso incaricati di “recuperare” oggetti poco noti, ma ricercatissimi, da un ristretto ambito di collezionisti e studiosi: manoscritti, gioielli appartenuti a personaggi celebri, carteggi e disegni enigmatici, oggetti rigorosamente appartenenti a privati. Nick, in particolare, esclude categoricamente di rubare nei musei, templi di quella cultura universale che dovrebbe appartenere a tutta l’umanità, un patrimonio del quale è profondo conoscitore e che lo ha riscattato dall’infanzia solitaria in orfanotrofio.

L’incarico di trovare il diario di Casanova si rivelerà più complesso del previsto, costringendo i due ex avversari a una alleanza molto intima, mentre compariranno sulla scena altri soggetti interessati al diario, disposti a tutto, anche ad uccidere per averlo.
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#FocusPsichiatria

La rocambolesca fuga di Pietro T.

Il padiglione Lombroso dal 1907 al 1930 ha ospitato i “prosciolti”, coloro che avevano commesso un reato ma che erano stato giudicati incapaci di intendere di volere: questi pazienti non venivano mandati in carcere, ma in padiglioni appositi negli ospedali psichiatrici.
Proprio per questo il Lombroso ha due ali di celle ed era circondato da un muro, oggi ricordato da una ricostruzione in rete metallica. Non era detto però che i ricoverati si rassegnassero alla reclusione e all’isolamento, come ci testimonia un rocambolesco tentativo di fuga di cui troviamo una cronaca nell’archivio del San Lazzaro, grazie ai documenti dell’inchiesta a carico degli infermieri che si erano quasi lasciati sfuggire il paziente.
Pietro T. viene ammesso il 3 ottobre 1919 per essere sottoposto a perizia psichiatrica e il 31 dicembre 1919 viene “prosciolto, per vizio di mente, dall’accusa violenza privata”. Durante il ricovero alterna periodi di apatia a momenti di grande agitazione, in cui chiede di uscire, si lamenta per le condizioni del ricovero e lacera le lenzuola; viene talvolta legato al letto.
Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio del 1927 tenta la fuga dal padiglione Lombroso, approfittando della scarsa sorveglianza degli infermieri in turno (che diranno poi di essere stati distratti dalle urla di altri ricoverati). Continua  a leggere

#Ispirazione Museo

Nicola Manzan, musicista (1976)

Nato a Treviso nel 1976, consegue il diploma in violino nel 1997, strumento che lo porta a suonare con diverse orchestre e quartetti di carattere prettamente classico. Dal 1995 inizia un percorso parallelo nella musica leggera, ricoprendo il ruolo di chitarrista e violinista all’interno di alcune rock band d’ambito locale.
Nel 2000 si trasferisce a Bologna, dove inizia a collaborare con varie etichette discografiche indipendenti e studi di registrazione che lo coinvolgono nella scrittura degli arrangiamenti di brani di svariati artisti. Durante questa esperienza decide di specializzarsi come arrangiatore di archi e come polistrumentista suonando in studio e dal vivo non solo violino, viola e chitarra, ma anche tastiere e fisarmonica. Da allora collabora in studio e dal vivo con band e artisti nazionali ed internazionali tra cui Baustelle, Ligabue, Lo Stato Sociale, Tre Allegri Ragazzi Morti, Ex-Otago, Fast Animals and Slow Kids, Mezzosangue e The Bluebeaters.
Ha scritto e registrato colonne sonore per cortometraggi e lungometraggi, ha svolto il ruolo di tutor all’interno della rassegna “Soundtracks” ed è uno dei valutatori del progetto “Sonda”, entrambi organizzati dal Centro Musica di Modena. Continua a leggere

#WhatsOn

“Gaetano Chierici. Metodo e scienze all’origine degli studi di preistoria”

Reggio Emilia, Palazzo dei Musei 
31 gennaio – 1 novembre
Nel bicentenario della nascita di don Gaetano Chierici, dopo un importante convegno scientifico internazionale dedicato alle molte sfaccettature della sua figura di sacerdote, scienziato, museologo, insegnante, patriota e animatore dell’associazionismo culturale, una mostra temporanea concentra l’attenzione sul metodo del suo lavoro archeologico. Partendo da una cultura di tipo umanistico, Chierici seppe coniugarla con una grande competenza nelle discipline scientifiche, realizzando da precursore l’abbattimento degli steccati fra Storia e Natura, che è uno degli obiettivi che si prefigge la cultura contemporanea. Continua a leggere

 

❖ Museo_Mag : Trasmissioni di Cultura | Magazine dei Musei Civici di Reggio Emilia | Via Spallanzani, 1 Reggio Emilia | Redazione: Georgia Cantoni, Chiara Ferretti ❖