Reggio Romana

La città di Reggio in età Romana

Scarsamente documentate sono le origini dell’antica Regium, così chiamata secondo la denominazione più vetusta e persistente, che fu talora sostituita dal termine latino Forum ed affiancata dal gentilizio Lepidum o Lepidi. Benché il toponimo sembri appartenere al substrato originario e presupporre una comunità preromana, è al prestigioso esponente della gens Aemilia, Marco Emilio Lepido, che probabilmente si deve la riorganizzazione del centro in occasione del suo secondo consolato (175 a.C.).

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    Al tempo del precedente consolato (187 a.C.) egli aveva proceduto alla creazione della via Emilia. Operazioni di bonifica e centuriazione accompagnarono la sistemazione del forum, ossia del centro commerciale e amministrativo su un preesistente luogo di incontro fra romani e indigeni celto-liguri. Immigrati centro-italici si stabilirono nel Reggiano forse a partire dalla distribuzione di terre del 173 a.C., coordinata dallo stesso Lepido. Durante le guerre civili del I secolo a.C. la cittadina di Regium appare sempre legata alla causa antisenatoria e dei Lepidi. La successiva pax augustea si traduce in ampliamenti urbani e in assegnazione di terre a nuovi coloni: Regium Lepidum acquisisce formalmente lo statuto di municipium con governo e magistrati locali.
    I dati archeologici testimoniano nel I-II secolo d.C. vari interventi urbanistici e residenziali, la presenza di più poli produttivi e di un ceto benestante cresciuto localmente. Nel III secolo d.C. la crisi del territorio italico, ormai invaso dalle merci provinciali, e la grave instabilità politico-militare dell’impero determinano una progressiva depressione in ambito agricolo-artigianale. A Reggio le attività economiche registrano uno stallo, l’incertezza degli eventi induce ad occultare denaro. Nella civitas reggiana, ricordata dagli itinerari del III-IV secolo d.C., il degrado è evidente: si contrae il tessuto abitativo e produttivo, aree sepolcrali sostituiscono quelle residenziali. Il generale stato di abbandono peggiorerà nel V secolo d.C. per ripetuti dissesti idrogeologici e per incursioni barbariche devastanti, tra cui orde di Goti ed Unni. Tra i resti ormai distrutti di ricche abitazioni si nascondono tesori preziosi e monete.