Museo di Storia della Psichiatria

Collezioni

La collezione del Museo ha una storia antica: venne istituita dal direttore Carlo Livi nel 1875, per mostrare i progressi, le scoperte e le applicazioni che formavano un titolo di vanto per la scienza psichiatrica e la sua istituzione e venne ampliata dai direttori successivi, che conservarono parte degli oggetti di cura non più in uso.
Dopo la mostra Il cerchio del contagio (1980, presso il padiglione Lombroso) gli oggetti sono stati conservati presso la Biblioteca scientifica Carlo Livi, prima di essere esposti qui.

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    Il piano terra ospita una selezione con i più significativi tra gli oggetti di contenzione, degli strumenti dei laboratori scientifici e dei macchinari utilizzati a fini terapeutici, fino agli apparecchi per l’elettroschock. Sono in allestimento ulteriori celle dedicate al superamento dell’ospedale psichiatrico, alla promozione della salute mentale e alla lotta allo stigma.
    Il piano superiore ospita invece un “deposito aperto”, in cui sono raccolti gli altri oggetti provenienti dal patrimonio storico dell’ex San Lazzaro.
    Una prima stanza ospita l’imponente produzione di terrecotte e sculture realizzate dai ricoverati tra la fine degli anni ’60 e la prima metà dei ’70 del ‘900, oltre a una selezione dei circa 8000 disegni realizzati da fine ‘800 alla chiusura del San Lazzaro: la prima scuola di disegno fu aperta al San Lazzaro da Tamburini, dedicata soprattutto ai malati di condizione agiata, che non venivano impiegati nelle attività lavorative manuali, mentre nel anni ‘60 del ‘900 venne aperto un moderno atelier di pittura e scultura.
    Nella seconda stanza in due mobili, realizzati nel XIX secolo per la farmacia del San Lazzaro, sono esposti gli strumenti utilizzati nei laboratori scientifici dell’istituto, istituiti nel 1874 da Carlo Livi e dedicati a Lazzaro Spallanzani nel centenario della morte, nel 1899. Erano presenti i laboratori di istologia, di batteriologia, di chimica, di microfotografia (oltre al Gabinetto fotografico, destinato a ritrarre le fisionomie e gli atteggiamenti dei malati) e di psicologia, istituito – tra i primi in Italia – da Gabriele Buccola nel 1880.
    Accanto a questi, esposti su una pedana in legno e sulle rastrelliere che ricordano come era l’esposizione presso la biblioteca Livi, si possono vedere altri strumenti scientifici e di terapia, gli oggetti della vita comune e del lavoro e altri strumenti di contenzione.