Il Tè delle Muse

17 Nov 2013, 16.00 Palazzo dei Musei

ritratto bandieri

GIOVANNI BANDIERI, UN DIMENTICATO PIONIERE DELLA RICERCA PREISTORICA IN PIANURA PADANA
Iames Tirabassi

Domenica 17 novembre, alle ore 16, nell’ambito del secondo appuntamento della serie “Il the delle muse”, il dott. Iames Tirabassi presenterà “Giovanni Bandieri, un dimenticato pioniere della ricerca preistorica in Pianura Padana”.

Il Bandieri è stato, subito dopo l’Unità d’Italia, un personaggio determinante per questa nascente scienza. Persona di grande cultura, fu primo sindaco di Boretto, poi agronomo e, a “tempo perso”, paletnologo, cioè archeologo che si occupa di preistoria.

Dopo i primi approcci all’archeologia, grazie anche alla conoscenza di don Gaetano Chierici, fondatore dei nostri musei, nel 1879 si trasferisce nel Mantovano, a Gazoldo degli Ippoliti, dove ha modo di scoprire ed acquistare la terramara di Bellanda e di cominciare ad esplorarla assieme al Chierici. La sua intelligenza, la sua manualità e il suo acume, consentono l’esplorazione scientifica di questo eccezionale sito dell’età del bronzo permettendo al Chierici di allargare le sue ricerche all’oltrepo. Ma il Bandieri non si accontenta, contemporaneamente visita gli scavi di un altro sito dell’età del bronzo che alcuni ricercatori locali stanno eseguendo nella vicina Villa Cappella ed effettua i soli rilievi scientifici che ci sono pervenuti.

Nel 1882, si trasferisce ad Asola e nel 1885 segnala al Chierici il rinvenimento, a Remedello Sotto (BS), di una necropoli dell’età del rame, sito che consente al nostro concittadino di formulare l’ipotesi della presenza di un periodo preistorico, compreso fra l’età della pietra levigata (neolitico) e l’età del bronzo, che definisce Eneolitico.

Purtroppo i rigori invernali fanno ammalare il Chierici che pertanto trova la morte, all’inizio del 1886, proprio a causa delle ricerche condotte sul campo.

Il Bandieri però non demorde, conclude gli scavi ed espone tutti i reperti nel Museo fondato dal suo maestro, inoltre redige un eccezionale rapporto di scavo che purtroppo non vedrà mai la pubblicazione ma verrà saccheggiato a varie riprese. Non pago di tutto ciò partecipa all’esplorazione della prima tomba “Campaniforme” italiana, rinvenuta a Ca’ di Marco (BS), e la acquisisce per il museo.

Animo indomito, dopo essere stato nominato successore del Chierici nella direzione del museo, alla fine del 1889 parte per l’Africa dove intende insegnare la moderna agricoltura alle popolazioni locali, ma, in meno di un anno, muore di un morbo locale dimenticato da tutti.

 

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