Sulle tracce del clima

21 Feb 2024 - 20 Mar 2024 Palazzo dei Musei

Sulle tracce del clima

I fattori antropici del cambiamento climatico attuale si sovrappongono ai fattori naturali che nel passato geologico, con intensità e tempi differenti, hanno più volte modificato il clima del pianeta.

Nel ciclo di incontri “Sulle tracce del clima”, ricercatori dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, operanti in ambiti diversi delle scienze della terra e della vita, illustrano gli indizi paleobotanici, paleontologici e geologici attraverso i quali possono essere ricostruite le oscillazioni climatiche del passato e indagate le correlazioni con eventi astronomici.

Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1 (Spazio Agorà)
ore 21.00
Gratuito – senza prenotazione

Mercoledì 13 marzo, ore 21.00
Termometri fossili: il clima nel passato geologico
Cesare Andrea Papazzoni, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, UNIMORE

La conferenza tratterà dell’uso dei fossili come indicatori dei climi del passato e cercherà di dare al pubblico un’idea delle numerose trasformazioni subite dal nostro pianeta durante i 4,6 miliardi di anni di storia geologica. Si parlerà di anidride carbonica, di acidificazione degli oceani, di fossili grandi e piccoli, di isotopi del carbonio e dell’ossigeno, di estinzioni e diversificazioni delle flore e delle faune. Guardare al passato lontano ci serve per avere un’idea di cosa ci aspetta nel prossimo futuro.
Cesare Andrea Papazzoni | Professore Associato di Paleontologia presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Studia principalmente i macroforaminiferi del Paleogene (Nummulitidi, Alveolinidi, Ortofragminidi), usati per la determinazione dell’età delle rocce (biostratigrafia) e per la ricostruzione dei paleoambienti (paleoecologia). Si è occupato inoltre di rettili marini del Cretaceo (ittiosauri, plesiosauri e mosasauri) provenienti dall’Appennino settentrionale e dall’area veneta.
È autore di oltre 100 tra pubblicazioni su rivista e capitoli di libri e ha tenuto diverse conferenze divulgative per un pubblico generalista e nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado.
È Ispettore Onorario per i beni Paleontologici per tutti i comuni della città metropolitana di Bologna e delle province di Modena e Reggio Emilia (2023-2026), nonché membro del Comitato Scientifico per la Candidatura a Sito Unesco della Val d’Alpone (Biodiversità marina dei siti dell’Eocene in Val d’Alpone).

Mercoledì 20 marzo, ore 21.00
L’impronta dei ghiacci nel paesaggio dell’Appennino reggiano-modenese
Paola Coratza, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, UNIMORE

Il paesaggio dell’alto Appennino modenese e reggiano mostra le tracce del passaggio di antichi ghiacciai che, attraverso l’azione di erosione, trasporto e accumulo dei detriti prodotti, hanno contribuito a modellare il paesaggio appenninico conferendogli l’aspetto articolato e peculiare che oggi osserviamo.
Paola Coratza | Professore associato in Geografia Fisica e Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche UniMORE, ha svolto una pluriennale attività di ricerca geomorfologica di base e applicata, in ambito di progetti nazionali e internazionali, principalmente nel campo del riconoscimento, valutazione e valorizzazione del patrimonio geologico e del rilevamento e cartografia geomorfologica. È membro di associazioni nazionali e internazionali; in particolare è responsabile del Working Group “Geomorphosites” dell’International Association of Geomorphologists (IAG) a partire dal 2001 e coordinatrice del Gruppo di lavoro Geomorfositi e Geodiversità dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia (AIGeo) dal 2018.

Con il patrocinio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

 

 

  • Appuntamenti precedenti

    Mercoledì 21 febbraio, ore 21.00
    Polline e piante a seme: testimoni dei cambiamenti climatici di Olocene e Antropocene
    Anna Maria Mercuri, Dipartimento di Scienze della vita, UNIMORE

    Le piante sono testimoni attendibili dell’ambiente nel quale nascono, crescono e si moltiplicano, dipendono dalla presenza di acqua e suoli ricchi di nutrienti, si adattano al ritmo delle stagioni e si muovono seguendo la disponibilità di luce e la temperatura a loro più favorevole. Nel lungo tempo, gli habitat non più idonei sono stati abbandonati mentre nuove regioni ospitali sono state colonizzate. Il polline che le piante a seme producono è microscopico e quasi indistruttibile, resta nei depositi terrestri e marini, da dove può essere estratto e studiato. Se da un lato il polline spesso documenta l’intervento umano che manipola le piante e gli ecosistemi, dall’altro si dimostra la traccia più abbondante per ricostruire i cambiamenti climatici, con una precisione per gli ultimi millenni che talvolta sorprende.
    ・ Anna Maria Mercuri Palinologa e archeobotanica, professore ordinario di Botanica Sistematica, è presidente del Corso di laurea magistrale in Bioscienze ed è il responsabile scientifico del Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica del Dipartimento di Scienze della Vita. Fino al 2023 è stata coordinatore del Gruppo di Palinologia e Paleobotanica della Società Botanica Italiana, mentre dal 2024 fa parte del Direttivo della SBI. Da oltre trent’anni svolge ricerche in Mediterraneo e Sahara centrale che permettono di ricostruire la storia della biodiversità vegetale, i tratti del paesaggio e le trasformazioni ambientali negli ultimi 11.000 anni.

    Mercoledì 6 marzo, ore 21.00
    Leggere i cambiamenti climatici nei Gessi dell’Emilia Romagna, Patrimoniodell’Umanità Unesco
    Stefano Lugli, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, UNIMORE

    Dalla crisi di salinità del Mar Mediterraneo, quasi 6 milioni di anni fa, ai gessi del nostro Appennino, di recente dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO, l’indagine geologica svela i cambiamenti climatici del nostro pianeta dovuti a cause astronomiche.
    ・ Stefano Lugli Professore ordinario di Geologia stratigrafica e sedimentologica presso il Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Si occupa dello studio di rocce evaporitiche, di fenomeni di liquefazione delle sabbie indotti da eventi sismici, di geoarcheologia e geoarchitettura di siti archeologici e di edifici storici.


 

L’iniziativa è ad ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione

Info:

0522 456477 Musei Civici – uffici, via Palazzolo, 2
(da lun a ven: 09.00 – 13.00 / mar, gio: 14.00 17.00)
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
orari di apertura
musei@comune.re.it