NOI
Storie di comunità, idee, prodotti e terre reggiane

Ritratti di un paesaggio

Arianna Alberici
39 anni, viticoltrice, è la custode ufficiale del vitigno di uva Fogarina.

«Fino a 15 anni fa, dell’uva Fogarina era rimasta solo la canzone. Poi però, con mio cugino Giuseppe, abbiamo contattato l’istituto Zanelli che ci ha dato la piantina conservata nei loro archivi. Noi l’abbiamo ripiantata e abbiamo ridato vita a questo vitigno dalla storia affascinante. Garantisco che quando si beve la Fogarina, si beve un bicchiere di cultura.
Quello di Fogarina, però, è una piccola parte del Lambrusco che produciamo, Seguiamo il metodo antico, senza autoclave. Facciamo un Lambrusco ancestrale.
L’azienda era dei miei genitori e per non perderla ho deciso di lavorarci anch’io, anche se in realtà ho studiato canto lirico e musica. Adesso siamo io e mio papà Amilcare. È lui che coltiva. Io tengo l’amministrazione e curo le relazioni con i clienti. Non ho rimpianti, il mio cuore era qui. E poi non è mica detto che non faccia in futuro corsi di canto in azienda. Nel mio piccolo, ho tentato di promuovere l’arte della bassa: sulle mie etichette, ho scelto tutti artisti locali. Per esempio, l’etichetta della Fogarina è stata fatta da Diego Rosa, un artista di Gualtieri. Quella per il Casalone da Laura Serraino, una disegnatrice di Reggio Emilia. Quest’anno poi, che sono passati 50 anni dalla morte di Antonio Ligabue, abbiamo voluto dedicargli un nuovo taglio dell’uva Fogarina. Abbiamo messo sull’etichetta un disegnino che il pittore di Gualtieri aveva fatto su un quaderno di scuola di mio cugino quando era piccolo. Ai tempi di Ligabue la Fogarina c’era, lui la beveva con polenta e alici. Poverino, tutti lo evitavano perché era deforme. E infatti aveva tanto bisogno di calore umano. A volte isoliamo le persone sbagliate».

  • ARIANNA ALBERICI -
    39, winegrower, official guardian of the Fogarina grape variety.

    «Until 15 years ago, all that was left of Fogarina grape was the song. Then, my cousin Giuseppe and I contacted the Zanelli institute who gave us a plant conserved in their archives. We replanted it and gave new life to this grape variety with a fascinating history. I guarantee that when you drink Fogarina, you’re drinking a glass full of culture.
    Fogarina is just a small part of the Lambrusco produced by us, we follow the ancient method, without autoclave. We make an ancestral Lambrusco. The company belonged to my parents and in order not to lose it I decided to work there too, although I had studied lyrical singing and music. Now it’s me and my father Amilcare. He does all the farming. I take care of the administration and manage customer relations. I have no regrets, this is where my heart is. There’s nothing stopping me from running singing courses in the company in the future. I’ve always tried to promote local artists; I’ve selected only local artists for my labels. For example, the Fogarina label was designed by Diego Rosa, an artist from Gualtieri. The Casalone label is by Laura Serraino, a drawer from Reggio Emilia. This year, the 50th anniversary of the death of Antonio Ligabue, we’ve honoured the artist with a new cut of Fogarina grape. The label features a sketch which the Gualtieri-born painter supposedly made on my cousin’s exercise book when he was a child. Back in the days of Ligabue, Fogarina was around, he drank it with polenta and anchovies. Poor thing, everyone avoided him because of his deformity. And he needed human warmth. Sometimes we isolate the wrong people».

Arianna Alberici