LOVING FONTANESI
“Fontanesi e la sua città: storia di una riappropriazione”
Elisabetta Farioli
In occasione della mostra “Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza da Volpedo a Burri” Elisabetta Farioli, direttrice dei Musei Civici, dedica una serata di approfondimento al tema “Fontanesi e la sua città: storia di una riappropriazione”.
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Inizia mercoledì 10 aprile, alle ore 18.30 a Palazzo dei Musei, il ciclo di incontri “Loving Fontanesi” per approfondire i temi della mostra “Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza da Volpedo a Burri” con l’intervento dei curatori e di specialisti delle diverse tematiche affrontate.
Il tema del primo incontro sarà il rapporto di Fontanesi con la sua città, nei primi trent’anni della sua vita, dal 1818 al 1848, e poi, dopo la sua morte, nel tardivo riconoscimento che Reggio Emilia fa del suo artista più importante.
A Reggio Emilia Antonio Fontanesi non riceve nei primi anni particolari riconoscimenti: impegnato come decoratore in alcune case della città, scenografo per il Teatro Municipale, non riesce a ottenere la cattedra alla scuola di belle arti, il Comune gli nega la disponibilità di uno studio gratuito, il suo patriottismo lo rende sospetto alle autorità. “Nemo propheta in patria ” rimane anche durante la vita; a parte i suoi contatti con gli amici più cari, la città sembra indifferente ai suoi successi artistici. Un breve trafiletto riportato dai giornali torinesi ne segnala la morte nel 1882. Bisogna aspettare i riconoscimenti nazionali, a partire dalla biennale di Venezia del 1901, per registrare in città un primo interessamento per la sua arte, ad opera soprattutto di due artisti, Augusto Mussini e Giovanni Costetti e poi di Naborre Campanini, direttore del museo, impegnato nel seguire in prima persona l’esecuzione del monumento a Fontanesi donato da Leonardo Bistolfi alla città di Reggio. Ma la definitiva riappropriazione di Fontanesi da parte della sua città natale si ha solo nel 1949 con una grande mostra allestita presso il Teatro Municipale, segnalata su tutti i giornali nazionali. Il nome di Antonio Fontanesi diventa il simbolo di una ritrovata identità della città.
A duecento anni dalla nascita, Reggio Emilia dedica un’ampia retrospettiva ad Antonio Fontanesi, pittore tra i più intimamente partecipi al movimento romantico europeo. La sua eredità artistica si inoltra nel Novecento, culla della modernità, ed è leggibile sino alla fine del Secolo breve.
Promossa dai Musei Civici di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei-Galleria d’arte moderna e la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, la mostra è realizzata in partenariato con la Regione Emilia-Romagna – Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali, la Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia ‘Pietro Manodori’, Destinazione Turistica Emilia, Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Reggio Emilia, Apt Servizi, Trenitalia, col contributo Art Bonus di Iren, Car Server, Credem.
Curata da Virginia Bertone, Elisabetta Farioli, Claudio Spadoni, l’esposizione ricostruisce attraverso le più importanti opere di Fontanesi il percorso dell’artista e intende offrire un nuovo contributo critico alla sua conoscenza.
In occasione dell’incontro l’accesso alla mostra è gratuito.
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Info:
0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede.
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