Anfora vinaria | Foto © Carlo Vannini

Anfora vinaria  Musei Civici di Reggio Emilia. Foto Carlo Vannini

 

Ormai tutto è pronto per l’inizio della festa e gli ospiti cominciano ad arrivare: gli uomini con il loro portamento nobile ed elegante e le bellissime matrone, piene di gioielli, con le acconciature elaborate e il capo velato, com’è abitudine quando si mostrano in pubblico. Il cuoco corre da una pentola all’altra con la faccia rossa, gridando ordini agli altri schiavi. Tra questi c’è anche Charis, intenta a guarnire con alcune bacche la carne di maiale per la portata principale. Ti avvicini curiosa e le chiedi di cosa si tratta. «Maiale arrosto con mirtilli» ti risponde nervosamente.
«Posso prendere un mirtillo?» le chiedi, allungando una mano verso un sacchetto di canapa pieno di bacche. Lei afferra il sacchetto prima di te e lo nasconde tra le pieghe del vestito. «No, mi servono. Va’ da un’altra parte, Graphis, qui stiamo lavorando» ti dice, sforzandosi di sorridere, ma noti che è pallida. Ti allontani a malincuore dalle cucine per tornare dalla tua padrona e, mentre esci, vedi che Charis prende alcune bacche viola dal sacchettino e le mette nel contorno insieme alle altre.
Vaccia Giustina indossa una bellissima veste di lino impreziosita da ricami d’oro, ed è splendida anche senza i suoi orecchini. Quando le passi accanto perde per un attimo il sorriso con cui saluta gli ospiti e sussurra: «Graphis ti do il permesso di assistere al banchetto, tieni gli occhi aperti!».
Entri nella sala del triclinio, dove gli invitati sono già sdraiati sui letti, intenti a banchettare. Subito dopo di te entra il Siro portando il vassoio su cui riposa maestoso l’arrosto di maiale in salsa di mirtilli, che viene salutato dagli ospiti con grida di approvazione. Il Siro ti passa accanto con uno sguardo che mette i brividi, lasciando dietro di sé un odore pungente.

Se prima dell’alba hai incontrato Charis nel peristilio clicca qui

Se non l’hai incontrata clicca qui