Alessandro Tiarini
(Bologna, 1577 – 1668)
Giaele e Sisara
1628 ca.
Olio su tela, cm. 171 x 146

L’episodio raffigurato nel dipinto fa riferimento alla brutale uccisione di Sisara da parte della giovane ebrea Giaele secondo il racconto biblico. L’opera, databile alla fine del terzo decennio del Seicento, contemporaneamente agli affreschi eseguiti dall’artista nel Palazzo dei Giardini a Parma (1628), conferma le caratteristiche della produzione di Tiarini, orientato verso una rappresentazione molto realistica, che in quest’opera sfiora il macabro nella raffigurazione trionfante di Giaele che indica con una mano l’accaduto e con l’altra si rivolge a un pubblico immaginario (a sottolineare l’impostazione teatrale del dipinto) e soprattutto nell’espressione di pietà di Barak, capitano del popolo d’Israele che con la spada si appresta a mettere fine alle sofferenze del moribondo.