“Gaetano Chierici. Metodo e scienze all’origine degli studi di preistoria”
Reggio Emilia, Palazzo dei Musei / 31 gennaio – 1 marzo 2020 (prorogata al 1 Novembre)
Roma, Museo delle Civiltà di Roma

Nel bicentenario della nascita di don Gaetano Chierici, dopo un importante convegno scientifico internazionale dedicato alle molte sfaccettature della sua figura di sacerdote, scienziato, museologo, insegnante, patriota e animatore dell’associazionismo culturale, una mostra temporanea concentra l’attenzione sul metodo del suo lavoro archeologico.
Partendo da una cultura di tipo umanistico, Chierici seppe coniugarla con una grande competenza nelle discipline scientifiche, realizzando da precursore l’abbattimento degli steccati fra Storia e Natura, che è uno degli obiettivi che si prefigge la cultura contemporanea. Il suo metodo di lavoro, multidisciplinare, applica alla ricerca archeologica competenze mutuate dalla geologia (la stratigrafia), dall’antropologia (le culture “altre”, l’antropometria), dalla botanica e dalla zoologia (la paleobotanica e paleozoologia). Solo procedendo con questa visione a largo raggio è possibile interpretare e far rivivere le più antiche culture umane.

L’esposizione prevede un’edizione reggiana, al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, e, successivamente, una romana, al Museo delle Civiltà (MuCiv) di Roma, co-promotore dell’iniziativa, che riallestirà la mostra nella sede del Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” all’Eur, con la curatela di archeologi dei due Musei, della Soprintendenza di Bologna, dell’Università di Milano. Il Museo Pigorini, oltre a essere stato concepito e realizzato da un autorevole collega di Chierici, conserva l’impostazione che il Museo di Reggio ha saputo preservare come documento insostituibile di una museologia scientifica di avanguardia e custodisce molti manufatti del territorio reggiano spediti da Chierici a Roma in ottemperanza della politica degli scambi fra musei ai suoi tempi molto praticata.
Potendo contare su prestiti di manufatti di pregio, che escono dalle collezioni del Museo Pigorini, mettendoli in risonanza con quelli del Museo di Reggio, è possibile affrontare il tema del confronto fra le culture umane della nostra preistoria e quelle dei popoli di altri continenti, che nel XIX secolo perpetuavano tecnologie da noi cadute in disuso con l’ingresso nella storia; ma anche quello del contesto archeologico, attraverso il ritorno a Reggio Emilia di materiali che Chierici spedì a Roma nell’ambito della politica degli scambi fra musei; quello della cartografia archeologica, di cui Chierici fu uno dei primi cultori; quello della stratigrafia, attraverso la presentazione di sezioni di terreni antropizzati che documentano il sovrapporsi di insediamenti di epoche diverse. Alla mostra si accompagneranno attività didattiche e divulgative rivolte a pubblici di ogni età. 

Orari di apertura
dal martedì al venerdì 09.00 / 12.00
sabato, domenica e festivi: 10.00 / 13.00 e 16.00 / 19.00

Visite guidate

A chiusura degli incontri di domenica 27 settembre, 4, 11, 18 ottobre seguirà la visita guidata gratuita alla mostra
Sabato 3, 10, 17, 24, 31 ottobre ore 17.30 visita guidata gratuita alla mostra, su prenotazione
Info e prenotazioni: 0522.456816 dal martedì al venerdì ore 9-12, sabato, domenica e festivi 10-13; 16-19
Scarica l’autocertificazione da presentare per la partecipazione agli eventi e visite guidate

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Palazzo dei Musei, via Spallanzani 1, ore 16.00

domenica 27 settembre
Gaetano Chierici. Metodo e scienze alle origini degli studi di preistoria
introduzione alla mostra
con Mauro Cremaschi e Roberto Macellari, curatori della mostra

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domenica 4 ottobre
Il comparativismo etnografico alla fine dell’Ottocento
con Mario Mineo

Il ruolo del comparativismo etnografico sarà il tema del secondo incontro del ciclo Memorie dal sottosuolo che che si terrà domenica 4 ottobre ore 16.00 presso Palazzo dei Musei e vedrà come ospite Mario Mineo, Conservatore della sezione di Preistoria del Museo delle Civiltà “Luigi Pigorini” di Roma e docente per il corso di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie per la Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

“Per intendere il passato di nostra specie fa mestiere innanzi tutto conoscerne il presente, seguendo l’uomo ovunque egli abbia solcato i mari e calcata la terra ferma. Occorre studiare le diverse popolazioni viventi, nelle loro industrie, nei loro costumi, nelle loro usanze, brevemente, in tutta quanta la maniera di loro vita. Procedendo di siffatta guisa si giunge pressoché a conoscere tutti gli stadi dell’incivilimento umano, dal punto più elevato fino al grado di ben poco superiore a quello del bruto”

La citazione, tratta da un testo di Ch. A. Morlot del 1860 “Ètudes géologigico-archéologiques en Danemark et en Suisse”, fu utilizzata da Luigi Pigorini come apertura del suo articolo sulle terramare del 1870 “Le abitazioni Lacustri” pubblicato su Nuova Antologia, vol. XIII, 1870.
L’incontro tra la disciplina preistorica e quella etnologica, nato sulle concezioni positivistiche che si erano andate affermando in Italia durante la seconda meta dell’800, venne impiegato da Luigi Pigorini per la ricostruzione di quanto non era possibile documentare materialmente nell’ambito della ricerca archeologica sul campo. Pigorini applicava, quindi, come strumento metodologico la comparazione con i “primitivi” extraeuropei, partendo dal presupposto che questi rappresentassero le vestigia della prima tappa dell’evoluzione umana o, meglio ancora, dell’infanzia dell’umanità.

A seguire, breve visita guidata alla mostra “Gaetano Chierici. Metodo e scienze all’origine degli studi di preistoria

Ingresso gratuito con obbligo di prenotazione

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domenica 11 ottobre
Ricostruzione cranio-facciale 3D di un individuo della collezione Chierici
con Barbara Bramanti, Nives Mussini, Simonetta Zonari

Domenica 11 ottobre Barbara Bramanti, Nives Mussini e Simonetta Zonari dell’Università degli Studi di Ferrara illustreranno la ricerca e i procedimenti scientifici che, a partire da un cranio della collezione Chierici proveniente da una grotta sull’isola di Pianosa, hanno restituito il volto ad un individuo vissuto 3000 anni fa. Il progetto, nato nell’ambito di un tirocinio ed oggetto di tesi di Laurea, è stato svolto in collaborazione con Musei Civici di Reggio Emilia e AntropoLab (Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgo-specialistiche) dell’Università di Ferrara.

Così scrive il sacerdote paletnologo Gaetano Chierici nel settembre del 1870 al quotidiano “L’Italia Centrale” dopo che i bersaglieri di Cadorna erano entrati a Roma: “Vi scrivo dal campo di Servirola, non campo di battaglia, dove si ammazzano i vivi, ma di lavori agricoli e di studi pacifici, coi quali io tento di far rivivere i morti”. Oggi più che mai si possono considerare realizzate queste parole: grazie a un progetto in cui appare chiaro l’apporto che la scienza e le nuove tecnologie possono fornire all’archeologia, si è realizzata l’opportunità di guardare negli occhi un uomo vissuto 3000 anni fa.

A seguire breve visita guidata alla Mostra

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domenica 18 ottobre
Conosci la tua Grecia psichica!
Psicoanalisi e archeologia. Freud e il segreto di Atena
con Francesco Marchioro

Francesco Marchioro, saggista, illustrerà l’insolito punto di vista della psicanalisi, definendo il ruolo che ebbero le antichità nello sviluppo del pensiero di Freud, per scoprire che esiste un’archeologia dell’anima

Questo incontro sarà disponibile in diretta streaming sulla piattaforma ZOOM collegandosi al link: CLICCA QUI 
La visione sarà fruibile anche nel Portico dei Marmi di Palazzo dei Musei, previa prenotazione

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domenica 25 ottobre
Gaetano Chierici e Heinrich Schliemann. Alla ricerca delle radici anatoliche del mondo etrusco
con Massimo Cultraro

Domenica 25 ottobre, alle ore 16.00, Massimo Cultraro, ricercatore presso il CNR, indagherà i rapporti tra Chierici e Schliemann, lo scopritore dell’antica Troia, per risalire alle radici anatoliche del mondo etrusco.

Heinrich Schliemann (1822-1890), l’uomo d’affari che legò il suo nome alla scoperta di Troia e della civiltà micenea, aveva grande ammirazione per l’Italia e soggiornò nel nostro Paese in diverse occasioni, ancor prima della nascita dello Stato unitario. Nella sua imponente autobiografia, edita nel 1883 e ancora oggi riproposta, lo studioso ha lasciato scarne tracce dei suoi continui viaggi in Italia, in netto contrasto con l’ampia popolarità che ebbe la scoperta della Troia omerica nel contesto della cultura nazionale. La revisione dell’imponente archivio personale dello studioso tedesco, conservato presso la Gennadius Library di Atene, ha permesso di identificare lettere di archeologi italiani che hanno segnato la storia della paletnologia italiana negli anni postunitari. Tra questi figura anche Gaetano Chierici (1819-1886), che Schliemann conobbe nel 1868, quando avviò un’esplorazione delle principali raccolte archeologiche conservate in Emilia Romagna allo scopo di studiare il misterioso mondo terramaricolo. Il Museo di Reggio Emilia diventa, agli occhi dello studioso tedesco, il punto di riferimento per lo studio delle più antiche culture preistoriche della penisola italiana e, al tempo stesso, un modello di esposizione museale di grande interesse didattico e scientifico.

Un documento inedito, oggi conservato nel Fondo Chierici della Biblioteca Antonio Panizzi, rivela l’interesse del sacerdote reggiano per il mondo anatolico che Schliemann stava portando in luce. Quel mondo costituito da vasi e oggetti in metallo assai simili a quelli dell’età del Bronzo italiano, evocavano, agli occhi del sacerdote reggiano, uno sconosciuto orizzonte culturale dove era possibile ravvisare le lontane origini della cultura etrusca. Schliemann promise per il Museo di Reggio Emilia una selezione di oggetti provenienti dagli scavi troiani, ma, nonostante le continue richieste dello studioso emiliano, le casse non giunsero mai a destinazione. La morte di Chierici nel 1886 aveva di poco preceduto un incontro con Schliemann e la moglie Sophia presso Abano Terme, dove lo studioso tedesco soggiornava per ragioni di salute.

Massimo Cultraro è dirigente di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto delle Scienze del Patrimonio culturale, Catania. Insegna Preistoria e Archeologia Egea presso l’Università degli Studi di Palermo. Formatosi presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene e dottore di ricerca all’Università di Pisa, è stato borsista CNR NATO lavorando in Grecia, in Austria e negli Stati Uniti. È stato direttore scientifico del progetto di ricostruzione del Museo Nazionale di Baghdad dopo le devastazioni del 2003, all’interno della cooperazione tra CNR e Ministero degli Affari Esteri. Visiting professor presso la Brown University, Providence (USA), si occupa di Preistoria del Mediterraneo occidentale e delle culture minoico-micenee. Dal 2015 dirige un progetto di studio sulle relazioni tra Caucaso e Mediterraneo nella Preistoria. Autore di oltre duecento articoli su riviste scientifiche nazionali ed internazionali, ha scritto tre monografie sull’Egeo dell’età del Bronzo e sulla figura di Schliemann. Di imminente uscita è un libro sulla Guerra di Troia.

Questo incontro sarà disponibile solo in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM collegandosi a questo link 

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domenica 1 novembre
Leggere il passato dagli scheletri: la collezione CAL – Collezione Antropologica LABANOF
con Pasquale Poppa e Mirko Mattia

Dal 27 settembre e per tutte le domeniche di ottobre, fino al 1 novembre, a Palazzo dei Musei si terrà il  ciclo di conferenze “Memorie dal sottosuolo” pensate in relazione alla mostra Gaetano Chierici. Metodo e Scienze all’origine degli studi di preistoria. L’esposizione rappresenta l’ultimo atto delle celebrazioni per il bicentenario della nascita del fondatore del primo nucleo dei Musei Civici di Reggio Emilia.

Chiudono il ciclo di incontri il 1 novembre Pasquale Poppa e Mirko Mattia del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) dell’Università degli Studi di Milano, che proporranno una lettura del passato attraverso gli scheletri, per far riaffiorare dal sottosuolo storie di umanità dimenticate.

L’importanza delle collezioni scheletriche note (e non) nel contesto antropologico è ben attestata dalla comunità scientifica. Nel contesto europeo, il LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, Università di Milano), fin dalla sua fondazione nel 1995, ha contribuito a creare e ampliare la propria collezione, denominata CAL (Collezione Antropologica Labanof) composta non solo da una sezione cimiteriale di individui (circa 2127) deceduti tra il XX e il XXI secolo, di cui sono disponibili informazioni ante-mortem, ma anche da una archeologica (più numerosa, circa 3500 scheletri) con individui, sia cremati che inumati, provenienti da vari contesti italiani, in particolare dalla città di Milano. Questi scheletri hanno già rivelato l’interessante evoluzione della popolazione di questa città in oltre 2000 anni, dal punto di vista demografico ed etnico, nonché dal punto di vista della mortalità, della morbilità e della malattia (ad esempio la prima comparsa di sifilide in epoca romana e di tubercolosi in seguito nella tarda antichità, così come l’incidenza in diversi periodi di malattie infettive e traumi). La collezione rappresenta quindi l’evoluzione di un’area geografica più o meno limitata all’attuale regione italiana della Lombardia e il suo fulcro risiede nella sua città più importante: Milano.
Tale collezione è stata qualificata quale Raccolta Museale e ha ottenuto da parte di Regione Lombardia lo status di Raccolta museale riconosciuta. La CAL risulta essere quindi tra le più numerose al mondo per il materiale contemporaneo ed è già oggi strumento non solo di studio e di ricerca scientifica per studenti di università nazionali ed internazionali, ma anche di didattica e divulgazione per tutte le fasce della popolazione interessate ad esplorare questa nuova materia.
Dalla sua fondazione nel 1995, il LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense, Università di Milano), si occupa del recupero e dello studio di resti umani e dell’identificazione del vivente.
Il Laboratorio, formato da medici legali, antropologi, biologi, odontologi forensi e naturalisti, ha il triplice ruolo di effettuare ricerca scientifica, svolgere attività didattica universitaria nelle diverse discipline trattate e prestare consulenza tecnica forense nei diversi settori che riguardano i resti umani e l’identificazione.

Mirko Mattia, archeologo e dottorando presso l’Università degli Studi di Milano, si occupa di metodologie di recupero scheletrico e di studio antropologico delle antiche popolazioni italiane. Collabora attivamente ai progetti MIantropo (studio diacronico dell’antico popolazione milanese, dall’epoca romana ai giorni nostri) e Ca ‘Granda (recupero e analisi della popolazione scheletrica del più importante ospedale di Milano).
Dr. Pasquale Poppa, naturalista e tecnico di laboratorio, lavora nel Labanof dal 2002 e si occupa di metodologie antropologiche forensi per l’ispezione, il rilievo e lo scavo geo-archeologico di resti umani in contesti criminalistici e archeologici. I suoi interessi di ricerca includono la tafonomia forense e l’identificazione personale sia dei viventi che di cadaveri. Collabora attivamente ai progetti MiAntropo e Ca ‘Granda.

Questo incontro sarà disponibile solo in videoconferenza sulla piattaforma ZOOM collegandosi a questo link

 

Gli incontri saranno registrati e visibili nei giorni successivi sul canale youtube dei Musei Civici

Iniziative a ingresso gratuito. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti
Info e prenotazioni: 0522.456816 dal martedì al venerdì ore 9-12, sabato, domenica e festivi 10-13; 16-19

Vai alle collezioni del Museo Chierici di Paletnologia (Palazzo dei Musei)

Vai alla pagina dedicata alle celebrazioni del Bicentenario di Gaetano Chierici

Museo Mobile: sfoglia il Museo Chierici

Museo Mobile: scarica qui il Museo Chierici in versione pdf

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Celebrazioni del bicentenario della nascita di don Gaetano Chierici promosse da Comune di Reggio nell’Emilia – Musei Civici e Biblioteca Municipale Panizzi; Comitato per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Don Gaetano Chierici (Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi – Sezione di Reggio Emilia;  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Reggio Emilia, Modena e Ferrara; Polo Museale dell’Emilia-Romagna; Museo delle Civiltà, Roma; Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna; Club Alpino Italiano, Milano; Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze; Sapienza – Università di Roma; Musée d’archéologie nationale (MAN)-Domaine national de Saint-Germain-en-Laye; Società Reggiana di Studi Storici; Famiglia Chierici), con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, del Dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università degli Studi di Milano e della rivista Archeologia Viva

 

Info:

0522 456816 Palazzo dei Musei, via Spallanzani, 1
Durante gli orari di apertura della sede. musei@comune.re.it