La grande vetrina al centro della sala è dedicata alla figura di Lazzaro Spallanzani, uno tra i maggiori scienziati del Settecento. Spallanzani ha applicato il metodo sperimentale in modo sistematico in diversi ambiti delle scienze naturali. Nel campo della biologia, ha condotto esperimenti innovativi sulla cosiddetta generazione spontanea, la digestione, la fecondazione artificiale e la rigenerazione dei tessuti negli animali.
Ha studiato anche fenomeni sorprendenti come le resurrezioni apparenti di alcuni organismi. Spallanzani faceva parte delle accademie scientifiche più prestigiose, era in contatto con molti dei più grandi scienziati della sua epoca e aveva una corrispondenza anche con il famoso filosofo Voltaire. Le sue ricerche si trovano all’incrocio tra scienza e filosofia, esplorando il confine tra ciò che è vivo e ciò che non lo è, tra la vita e la morte.
Secondo Spallanzani, era necessario forzare la natura a rivelare i suoi segreti. Le sue sperimentazioni più audaci lo hanno presto reso, nell’immaginario collettivo, una figura di scienziato fuori dagli schemi, capace di manipolare la natura. Non è un caso che nel racconto Der Sandmann di Hoffmann, scritto nel 1816, il personaggio che crea la bambola meccanica Olympia si chiami proprio Spalanzani. Questo tema è stato ripreso più volte nel balletto Coppélia del 1870, nell’opera di Offenbach, I racconti di Hoffmann, del 1881 e nel famoso film muto Metropolis di Fritz Lang, del 1927. In Metropolis, lo scienziato Rotwang crea un robot femminile, indistinguibile da una persona reale, segnando uno dei primi esempi di androide nella storia del cinema.