Noi e gli Este – Sala 5.1 – Introduzione 800

L’Ottocento è un secolo di grandi trasformazioni sociali, politiche, culturali ed economiche: l’ascesa e la caduta di Napoleone, la Restaurazione, i moti rivoluzionari, la costituzione di molti stati moderni tra cui il Regno d’Italia. Reggio Emilia, dopo la gloriosa parentesi rivoluzionaria legata alla nascita del Tricolore, torna sotto gli Estensi. Nella prima metà del secolo gli architetti Marchelli rivoluzionano l‘assetto urbano e progettano alcuni dei più significativi edifici pubblici. Nel luglio 1859 Francesco V fugge da Modena. È l’inizio di un nuova epoca per la città, che conquista il suo nome Reggio Emilia ed elegge il suo Consiglio comunale. Cambia la forma urbana: la demolizione delle mura crea nuovi rapporti tra centro e periferia, la stazione ferroviaria segna una nuova barriera tra il nord e il sud. Da città prevalentemente agricola Reggio vede la nascita delle prime industrie e l’avvio di decisivi processi di innovazione.
L’Ottocento contribuisce in modo significativo a rafforzare la visione etnocentrica della cultura occidentale, che si afferma come superiore rispetto alle culture “altre”, creando un mondo separato e gerarchico. l’Europa coloniale realizza la propria modalità di costruzione di sé e dell’Altro e anche il patrimonio culturale diventa un potente strumento dell’egemonia occidentale. Attraverso il museo, il cittadino moderno contempla il proprio rassicurante ritratto: l’Europa organizza la propria narrazione e, attraverso di essa, consolida la propria identità nazionale e coloniale, riconoscendosi come guida del progresso dell’umanità. Il concetto di razza e razzismo non sono le conseguenze ma i principi strutturanti di tutte le molteplici gerarchie del sistema-mondo che si va a costituire fra ‘800 e ‘900.