Alla fine degli anni ’30 del ‘900 venne superata l’idea del trattamento morale e  iniziano a diffondersi nuove terapie: la novità più rilevante è costituita dall’introduzione di terapie di shock basate sull’ipotesi che un trauma elettrico, febbrile, ipoglicemico, etc. ,opportunamente indotto, avesse virtù terapeutiche.

Elettroshock

La terapia elettro-convulsivante(TEC) nota come elettroshock, è una tecnica terapeutica che induce una crisi epilettica mediante il passaggio di corrente elettrica.

La terapia fu sviluppata e introdotta nel 1938 dai neurologi italiani Ugo Cerletti e Lucio Bini.

L’effettiva utilità di questa tecnica è tutt’oggi materia di dibattito. Alcune tipologie di pazienti sembravano presentare oggettivi miglioramenti in seguito al trattamento, ma vi sono anche molti pazienti che presentavano invece pesanti effetti collaterali.

Attualmente la TEC oggi è utilizzata prevalentemente nel trattamento della depressione grave e solo dietro consenso del paziente, ma in Italia non è praticata nelle strutture pubbliche.

Psicofarmaci

Scoperti all’inizio degli anni ’50, gli psicofarmaci sono quei farmaciche agiscono sul sistema nervoso: usati nella cura psichiatricadei disturbi mentali, modificano le condizioni psichiche in chi le assume.

La terapia psicofarmacologica venne introdotta successivamente alle tecniche di elettroshock e lobotomia. Nel corso degli anni sono stati messi a punto vari tipi di farmaci:

  • antidepressivi
  • ansiolitici
  • stabilizzatori di umore
  • antipsicotici

L’utilizzo degli psicofarmaci permise la comunicazione con pazienti prima considerati inaccessibili, facilitandone la comprensione e riducendo la contenzione fisica.

Oggi si fa ricorso a trattamenti terapeutici in associazione a interventi educativi e riabilitativi, ottenendo risultati migliori.

Lobotomia

La lobotomia era un intervento di chirurgia che portava alla scissione delle due parti del cervello ed era usata in passato per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione, la psicosi maniaco-depressiva o disturbi derivati dall’ansia.

Il risultato più riscontrato era il cambiamento radicale della personalità, con la perdita delle capacità creative; i pazienti sottoposti a tale intervento si presentavano tranquilli, a volte confusi e irrequieti, con allucinazioni visive, agitati. Se in un primo momento il ricoverato mostrava un sostanziale miglioramento, col passare dei giorni diveniva apatico, malinconico e taciturno  e poteva anche  riportare danni permanenti.

 

Testi di: Marta Borghi, Francesca Casoni, Chiara Crotti, Sara Mattioli, Simone Viani.