Il ruolo degli operatori sanitari all’interno degli ospedali psichiatrici è mutato nel tempo: il vero punto di svolta nell’assistenza psichiatrica è stata l’approvazione della legge 180 del 1978, tuttavia già nel corso del ‘900 si ebbero progressivi miglioramenti.

Inizialmente infatti il personale non era specializzato e mancava di una specifica formazione: ai neoassunti erano fornite solamente nozioni pratiche, mentre l’atteggiamento da tenere con i ricoverati era lasciato a discrezione di ognuno.

Un tempo presentavano domanda di assunzione agli ospedali psichiatrici coloro che, non riuscendo a trovare attività remunerative costanti, cercavano attraverso questo lavoro una stabilità economica. Ciò comportava però una scarsa motivazione e quindi un servizio scadente, che favoriva un clima ostile, di pregiudizi e paura all’interno delle strutture, dove per sottomettere e controllare i degenti era di uso comune privarli dei propri tratti tipicamente umani.

I primi corsi per il personale infermieristico vennero istituita al San Lazzaro dal direttore Augusto Tamburini (direttore 1877-1907). Dalla seconda metà del ‘900 il San Lazzaro iniziò ad assumere personale qualificato, che era tenuto a seguire un percorso didattico e a rispettare un codice etico. Gli infermieri avevano il compito di valorizzare l’identità del paziente, instaurare con essi un rapporto sereno, promuovendo, negli anni ormai vicina alla riforma, anche attività artistiche e lezioni tenute da figure esterne all’istituzione. Permettendo l’ingresso a personale esterno infatti si diede inizio ad un percorso che attraverso gruppi ed esperienze lavorative era finalizzato al reinserimento dei pazienti nella società, proprio questo, insieme alla cura del paziente è l’attuale compito degli infermieri.

“In medicina, l’incontro tra medico e paziente si attua nel corpo stesso del malato. Questo corpo che si offre al medico per essere curato, non corrisponde al “corpo vissuto”, al “corpo proprio”, con tutte le modalità e le implicazioni soggettive ad esso inerenti, ma viene considerato dal medico nella sua nuda materialità ed oggettualità.”
Franco Basaglia

 

Testi di: Giulia Dallari, Chira Ferrarini, Erica Genitoni, Felicia Starace, Gloria Zuccari.