L’internamento in Manicomio

01 L’internamento in Manicomio

In base alla “modula” compilata dal medico condotto, che testimoniava la presenza di disturbi e tracciava un veloce quadro clinico del caso, veniva richiesto all’autorità civile il ricovero coatto nell’ospedale psichiatrico. Il paziente veniva tenuto in osservazione (i due padiglioni gemelli Tanzi e Morselli erano dedicati appunto a questo scopo, dividendo uomini e donne) e, se veniva riscontrato un disturbo, era ammesso al San Lazzaro.
A questo punto il malato era ricoverato in uno dei padiglioni, in base al sesso, alla categoria di disturbo (tranquilli, agitati, lavoratori, sudici…) e alla classe sociale. Esistevano infatti al San Lazzaro quattro classi di ricovero, distinte dalla retta pagata: i pazienti nullatenenti, per i quali le spese erano coperte dalle provincie, erano ricoverati in IV classe, mentre la I era destinata ai più ricchi; le dotazioni dei locali e il vitto erano diversi a seconda della classe.