Noi e gli Este – Sala 5.3

Negli anni Trenta dell’800 il pittore Alfonso Chierici è a Roma, allievo di Tommaso Minardi, dal quale assimila lo stile purista e la teatralità tipica dell’epoca. Nel 1838 dipinge Lo Studio del Pittore, nel quale rappresenta il suo studio romano condiviso con Giovanni Fontanesi, pittore reggiano, noto per i suoi delicati dipinti di paesaggio.
Nel dipinto appare anche un terzo personaggio, probabilmente il pittore Carlo Zatti, L’opera rappresenta Chierici mentre, tavolozza alla mano, osserva attentamente il dipinto su cui sta lavorando. Sullo sfondo, si nota la tela del Diluvio, un’opera ispirata al tema biblico, in seguito acquistata dal Duca d’Este. Questa sezione del museo è allestita per ricreare l’atmosfera dello studio di Chierici, così come rappresentata nel dipinto: il soffitto alto, il lucernario che lascia entrare la luce naturale e i colori delle pareti richiamano gli elementi dell’opera. Nell’armadio e sulla consolle sono esposti disegni, quaderni e bozzetti degli artisti reggiani dell’epoca.
L’opera, tornata alla Galleria Estense di Modena dopo un periodo in prestito, è stata riprodotta da Haltadefinizione, azienda specializzata in tecniche di stampa all’avanguardia.
Alcuni testi in esposizione, come il celebre Viaggio nel Basso e Alto Egitto scritto da Dominique Vivant Denon, esploratore e storico dell’arte francese, mostrano l’interesse crescente per i paesi lontani. In questa sala è inoltre possibile osservare l’influenza dell’arte giapponese, che nel XIX secolo ha avuto un impatto significativo sulla cultura visiva occidentale. Sono esposti una piccola stampa di Katsushika Hokusai, uno dei più famosi artisti giapponesi, e un bozzetto realizzato da Antonio Fontanesi per l’Ingresso di un tempio a Tokyo.