Photo affection – Sala 5.6

Nel nuovo allestimento delle collezioni del Palazzo dei Musei è stata creata una sezione permanente dedicata alla fotografia che offre diversi livelli di approfondimento.
La sezione vuole mettere in valore l’importanza che il medium fotografico riveste nella storia della città e che si riflette nell’importante collezione fotografica della Fototeca della Biblioteca Panizzi da cui molte delle opere qui esposte provengono.
Un’intera sezione è dedicata alla fotografia e alla figura di Luigi Ghirri di cui la città conserva gli oltre 170.000 negativi. Ogni anno, grazie ad importanti operazioni di riallestimento, l’archivio di Ghirri diventa uno spazio aperto alla ricerca, grazie al dialogo con altri archivi ed artisti. I temi affrontati permettono di creare ogni volta nuove riflessioni su aspetti e temi della contemporaneità. All’interno del percorso chiamato Photo Affection molte opere fotografiche sono presentate in dialogo con gli oggetti delle collezioni storiche del museo. Grazie a questi accostamenti innovativi, gli oggetti delle collezioni non solo acquisiscono nuovi significati, ma offrono anche l’opportunità di riflettere sulla dimensione materiale della fotografia. Spesso tendiamo a dimenticarlo, ma la fotografia è, prima di tutto, un oggetto.
Il dialogo con le opere delle collezioni storiche invita a interrogarsi sui sistemi di valore che governano gli archivi e il loro ordinamento, oltre che sulle relazioni fra gli oggetti. Qui troverete lavori di grandi fotografi e fotografe come Sarah Moon, Martin Parr, Gabriele Basilico e Erwin Olaf.


“Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi” clicca qui


Esplorazioni sulla Via Emilia. Vedute nel paesaggio è un progetto curato da Luigi Ghirri nel 1986, culminato nell’omonima mostra organizzata lo stesso anno presso il foro Boario di Reggio Emilia e nel testo curato da Gianni Celati, con prefazione di Italo Calvino.
Per l’occasione Ghirri coinvolge una ventina di fotografi, secondo una modalità piuttosto atipica per l’epoca ma che aveva già avuto modo di sperimentare due anni prima nel progetto curato assieme a Gianni Leone, Viaggio in Italia (1984) e che riproporrà con Giardini in Europa (1988).
I fotografi invitati sono: Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kindel, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Killmann.
Il lavoro raccoglie gli scatti realizzati in mesi di vagabondaggio lungo la valle del Po. Attraverso una fotografia anti-idealistica, modesta e sensibile all’apparenza fenomenica del mondo, Ghirri si propone di entrare in relazione con il paesaggio, in particolare con le sue manifestazioni più marginali: quelle zone liminali, a metà tra città e campagna, centro e periferia la cui sopravvivenza è sempre più minacciata dall’inesorabile espandersi delle aree urbane.
Il moto errante dei corpi e dello sguardo con cui i fotografi percorrono il paesaggio corrispondenza nello scorrere della penna di Gianni Celati, che per l’occasione scrive Racconti d’osservazione e nel video di Nino Criscenti che integrava la mostra.