Vetrina 5 – I souvenir delle relazioni internazionali

4 – I doni delle relazioni internazionali

Vi sono doni provenienti dalle attività e dalla vita di alcune istituzioni della città che sviluppano, tracciano e fanno memoria delle relazioni internazionali.
I doni, che sono stati raccolti dal Comune di Reggio Emilia tramite la Fondazione E35 per la progettazione internazionale, raccontano i patti di gemellaggio e i progetti con diverse città e istituzioni di tutto il mondo sviluppate dal 1962 ad oggi.
Altri doni sono parte dell’archivio Reggio Africa e degli archivi personali di coloro che hanno contribuito a rafforzare queste amicizie.
Le associazioni delle diaspore reggiane che aderiscono all’Assemblea del centro interculturale Mondinsieme rafforzano nuove prospettive di confronto grazie alle persone che tracciano nuove occasioni di confronto. Questi doni raccontano di relazioni con altri paesi, oltrepassano i confini e mettono in relazione il qui e l’altrove.

Approfondimenti:

Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
“Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?” chiede Kublai Kan
“Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra – risponde Marco – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:” Perché mi parli delle pietre? E solo dell’arco che m’importa.”
Polo risponde: “Senza pietre non c’è arco”
da “Le città invisibili” di Italo Calvino
*

Esistono ponti invisibili che ci collegano con altre città del mondo.
Relazioni che sono cresciute nel tempo grazie alla collaborazione tra istituzioni. Percorsi tracciati dalle diaspore che sono partite da Reggio Emilia verso altri luoghi del mondo o da diaspore che vivono a Reggio Emilia e che provengono da oltre cento paesi. Patti firmati per abbattere muri, per superare confini e per promuovere la solidarietà anche nei tempi più difficili.
Persone, progetti, parole ma soprattutto “presenti”. I doni, infatti, sono parte delle pietre che formano l’arco di quei ponti invisibili che mettono in relazione altre città con la nostra.
Doni che sono arrivati da altrove, da diverse città che sono al centro del mondo. Mani che in altri luoghi hanno confezionato oggetti, li hanno riposti nelle valigie, prima di intraprendere con loro il viaggio. Doni che sono stati consegnati ad altre mani, per testimoniare la relazione, per essere una ulteriore pietra di quei ponti.
Presenti perché ci continuano a raccontare la relazione, anche quando la memoria viva viene a mancare. Raccontano di luoghi, di incontri, di anniversari. Oggetti che vogliono riconoscere il valore della relazione, che testimoniano i cambiamenti.
Oggetti che testimoniano il passare del tempo e che restituiscono le Storie ma anche i ricordi che ci restituiscono la forza trasformativa del mondo.
Nel 1962 chi avrebbe immaginato che gli abitanti di Bydgoszcz e Reggio Emilia avrebbero condiviso la stessa cittadinanza europea?
Nel 1977 quando venne firmato il patto di solidarietà con il movimento di liberazione del Sudafrica, il prigioniero Nelson Mandela era ritenuto un terrorista da molti governi del mondo e soltanto ventitré anni dopo percorse i primi passi da uomo libero.
Nel 1985 la città di Fort Worth non avrebbe immaginato di trovare nel 1991 sulla copertina di “Newsweek” la città gemella di Reggio Emilia e la scuola dell’infanzia migliore al mondo.
E se noi qui ci sentiamo “al centro” di questa rete di relazioni e comunicazioni, in realtà ogni luogo da cui questi oggetti provengono sono “al centro” di altri ponti, contatti, storie.
I “doni” sono soltanto una parte di quell’arco che rende possibile l’andare e tornare, il contatto. E ci sono doni che sono partiti da Reggio Emilia per essere conservati dentro teche in altre città, condivisi con amici e famigliari attorno a una tavola, che vivono in altri luoghi, dentro a una biblioteca o appesi al muro. Alcuni orgogliosamente esposti e dichiarati, altri che tornano alla luce per tornare a vivere come memoria di un momento passato.
Esistono poi doni di chi ha donato. Che raccontano la cura e la pazienza di coloro che hanno dovuto costruire, pietra su pietra, quell’arco. Un impegno sviluppato all’interno di due comunità che “presente” dopo “presente” hanno sviluppato una relazione che tutte e tutti noi oggi possiamo percorrere anche grazie a questi oggi.
Gianluca Grassi
Fondazione Mondinsieme

A partire dall’inizio degli anni settanta il Comune di Reggio Emilia diede vita a un movimento popolare internazionalista che supportò pacificamente i movimenti anticoloniali dell’Africa portoghese, in particolare il Frelimo – Fronte di Liberazione del Mozambico, combinando il coinvolgimento delle istituzioni con la mobilitazione della società civile e lavorando in ottica paritaria con i leader delle resistenze africane. Nell’anno 1970, in Sala del Tricolore, fu firmato un patto di gemellaggio tra l’Arcispedale reggiano e l’Hospital Central di Cabo Delgado, attivato dal Frelimo nelle zone settentrionali del paese sotto il suo controllo. Per cinque anni protesi, materiale sanitario e addirittura una sala operatoria furono inviati ai partigiani mozambicani, mentre il nosocomio reggiano accolse guerriglieri feriti affinché fossero curati e formati nelle professioni sanitarie presso la scuola interna dell’ospedale. Il 25 giugno 1975, alla cerimonia celebrativa dell’indipendenza del Mozambico, lo Stato italiano era rappresentato dalla delegazione reggiana, che comprendeva il sindaco Renzo Bonazzi e il presidente dell’Arcispedale, Giuseppe Soncini, il grande ideatore e promotore di questa esperienza di internazionalismo a base cittadina. Pochi giorni dopo, Bonazzi siglò un patto di amicizia e cooperazione con il suo omologo della cittadina di Pemba, nel nord del paese. Ebbe inizio così l’avventura della cooperazione allo sviluppo fondata sulle città, ambito in cui Reggio fu pioniera. Nonostante dal 1976 il Mozambico fosse stato afflitto da una devastante guerra civile, molti cittadini di Pemba furono accolti da aziende e da professionisti reggiani con lo scopo di far loro acquisire strumenti da poter reinventare e utilizzare nella loro terra.
Nel 1986 il progetto di cooperazione “Noi con Voi”, finanziato anche dal Governo italiano, trovò ancora sponda nella solidarietà popolare e diffusa di Reggio Emilia.
Le sculture qui esposte, espressione dell’arte della lavorazione del legno da parte del gruppo etnico mozambicano Makonde, furono donate l’anno successivo dalla Città gemellata con Reggio quale simbolo di amicizia.
Chiara Torcianti
Istoreco

DIDASCALIE VETRINA 5
I DONI DELLE RELAZIONI ISTITUZIONALI

1
Patto di Gemellaggio tra la città di Reggio Emilia e la città di Beit Jala
27 febbraio 2019
Gemellaggio con Beit Jala, Palestina

Libro di Marmo regalato dalla Delegazione di Beit Jala in occasione della firma del Patto di Gemellaggio
2019
Gemellaggio con Beit Jala, Palestina

Presepe della Natività regalato da una Delegazione di Beit Jala in visita a Reggio Emilia
2007
Gemellaggio con Beit Jala, Palestina

Gli Oggetti
Il Presepe della Natività, un’imponente opera realizzata in ferro con dettagli dorati, simboleggia la pluralità religiosa che caratterizza la Palestina, abitata da persone che professano la religione islamica, il cattolicesimo, la dottrina dusa, ma anche ortodossa e protestante.
Il libro di marmo riporta i simboli delle due città gemelle e ci ricorda la forza e l’importanza di questo legame.

La storia
I primi rapporti istituzionali con la Palestina risalgono alla fine degli anni novanta e si rafforzano nel corso del tempo, fino alla firma del gemellaggio tra Reggio Emilia e la città di Beit Jala il 27 febbraio 2019.
Oggi il legame tra le città è sempre più forte e attivo e trova uno spazio di raccordo grazie al lavoro del tavolo di coordinamento del Gemellaggio Reggio Emilia e Beit Jala. La relazione vede il coinvolgimento di tante istituzioni e attori del territorio e la realizzazione di diverse iniziative a sostegno di scambi tra giovani, scuole, attori culturali e sportivi.

2
Pubblicazione “190 Anni dell’Inno Nazionale Polacco” del Comune di Reggio Emilia
2 giugno 1988
Gemellaggio con Bydgoszcz, Polonia

Pubblicazione “Con te dall’Italia torneremo in Polonia” di Ugo Bellocchi
1988
Gemellaggio con Bydgoszcz, Polonia

L’Oggetto e la sua Storia
L’Inno Polacco nasce a Reggio Emilia quando, il 30 giugno 1797 – cinque mesi dopo la proclamazione del Tricolore quale bandiera della neonata Repubblica Cispadana – circa 800 soldati di fanteria entrano a Reggio Emilia da porta San Pietro sotto le bandiere dal motto “tutti gli uomini liberi sono fratelli”. Si tratta di soldati polacchi al seguito delle truppe napoleoniche; tra loro, il tenente Jozef Wybicki, il quale, ispirato dal clima eroico del momento, compone una mazurka che esalta i valori della patria lontana.
Questa mazurka diventerà, dal 1927, l’Inno Nazionale della Polonia, e Reggio Emilia dedicherà a Jozef Wybicki una via della città, in ricordo di questa storia. Il patto di gemellaggio con la città di Bydgoszcz è stato il primo ad essere sottoscritto da Reggio Emilia e risale al 12 aprile 1962. Per lungo tempo, la musica e lo scambio fra i Conservatori delle due città sono proprio le attività, insieme alla partecipazione ai Giochi Internazionali del Tricolore, che hanno animato il gemellaggio.

3
Patto di Amicizia e Collaborazione tra la città di Reggio Emilia e la città di Chișinău
20 aprile 1989
Gemellaggio con Chișinău, Moldavia

Medaglia Chișinău 570 regalata in occasione delle celebrazioni dei 570 anni della fondazione della Città
2006
Gemellaggio con Chișinău, Moldavia

L’Oggetto
La versione in cirillico del Patto di Amicizia e Collaborazione tra Reggio Emilia e Chisinau, firmato il 20 aprile 1989, ci ricorda che al tempo la Moldavia era ancora una repubblica dell’Unione Sovietica, a testimonianza della volontà di cooperazione internazionale di Reggio Emilia indipendente da specifiche visioni ideologiche.

La Storia
Il gemellaggio tra le due città avvenne dunque prima dell’indipendenza del paese, prima dell’attivazione di relazioni istituzionali tra Moldavia e Italia (1992) e prima che Chisinau diventasse la capitale della Repubblica.
Quella con la città moldava è una relazione particolarmente rilevante per Reggio Emilia, data anche la presenza in città di una nutrita comunità di cittadini provenienti da Chisinau e non solo. Nel Reggiano vivono infatti quasi 3.000 cittadini moldavi.

4
Bicchiere da vino ricevuto in dono in occasione dell’inaugurazione della Cité Internationale de la Gastronomie e du Vin, a Digione
2022
Gemellaggio con Digione, Francia

Discorso del Sindaco di Reggio Emilia, Renzo Bonazzi, in occasione dell’annuncio della firma del Patto di Gemellaggio con Digione
25 maggio 1963
Gemellaggio con Digione, Francia

L’Oggetto
Il bicchiere da vino e la mostarda simboleggiano una delle principali vocazioni di Digione, riconosciuta parte delle 5 Citè de la Gastronomie (Città della Gastronomia) in Francia e sede dell’organizzazione internazionale del Vino. Diversi scambi tra Reggio Emilia e Digione hanno avuto come fulcro proprio l’ambito gastronomico, valorizzando i produttori, le scuole e i mercati locali così come i rispettivi prodotti di riferimento del territorio.

La Storia
Il 25 maggio 1963 la città di Reggio Emilia e la città di Digione firmano un patto di gemellaggio basato sugli ideali di amore per la libertà e la resistenza all’oppressione e alle ingiustizie. L’eredità della Resistenza al nazifascismo rappresenta un patrimonio di valori e di storia condivisa tra le due città. … “è Reggio città libera che ritrova nelle sue tradizioni le ragioni prime che la accostano a Digione”, si dice nel discorso che ha accompagnato la firma del patto di gemellaggio.

5
Disegno del Texas ricevuto in dono da Maer Ferguson, Presidente di Forth Worth Sister Cities, in occasione della partecipazione di una delegazione di Forth Worth ai Giochi Internazionali del Tricolore
2023
Gemellaggio con Forth Worth, Stati Uniti

Statuetta recante l’emblema “State of Texas”, dono di una delegazione di Forth Worth in visita a Reggio Emilia
Gemellaggio con Forth Worth, Stati Uniti

Cappello da Cowboy ricevuto in dono da una delegazione di Forth Worth in visita a Reggio Emilia
2022-2025
Gemellaggio con Forth Worth, Stati Uniti

Statuetta dell’Armadillo a Nove Fasce – uno dei simboli del Texas e riportante i colori della bandiera texana – ricevuto in dono da uno studente di Fort Worth a Reggio Emilia in occasione dello Spring Break
Marzo 2019
Gemellaggio con Forth Worth, Stati Uniti

Gli Oggetti
La città di Forth Worth, in Texas, Stati Uniti, è ben rappresentata dai diversi oggetti un po’ country legati al tema del bestiame e dell’allevamento. La città, a fine Ottocento, ricevette anche il nominativo di “Cowtown” (Città delle Mucche), in quanto si trovava sulla cosiddetta pista Chisholm, uno dei numerosi percorsi tracciati da cacciatori e commercianti di bestiame che consentivano di raggiungere gli stati centrali dell’unione partendo dal Texas (dove le ferrovie non erano ancora giunte) e di trasportare gli animali destinati al consumo sulla costa est degli Stati Uniti. Presso lo Stockyards, il quartiere storico della città di Forth Worth, ogni giorno si svolge il Cattle Drive, una sfilata in cui veri cowboy conducono una mandria di Texas Longhorn (i celebri buoi dalle lunghe corna) lungo la strada principale, esattamente come si faceva un tempo.

La Storia
Il gemellaggio tra le due città è stato sottoscritto il 29 ottobre 1985 e le attività si sono consolidate in particolar modo in ambito educativo e sportivo con scambi tra giovani e studenti delle scuole superiori. Durante tutte e 6 le edizioni dei Giochi Internazionali del Tricolore, la delegazione proveniente da Fort Worth è state tra le più numerose, accompagnata sempre da un gran numero di supporter e famigliari

6
Quadro dell’artista Elliot Mkhize donato dal Vicepresidente del Sudafrica on.le Kgalema Motlanthe in occasione del 35° del patto di solidarietà tra Reggio Emilia e l’African National Congress
10 ottobre 2012
Relazioni con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

7
Spille ricevute in dono da una delegazione sudafricana in occasione dei 100 anni dell’ANC (1912-2012)
2012
Relazioni Istituzionali con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

Medaglia di Oliver Tambo ricevuta in dono da una delegazione della Provincia del Gauteng in occasione della partecipazione ai Giochi Internazionali del Tricolore
Luglio 2023
Relazioni Istituzionali con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

Uovo raffigurante i “Big 5”, i cinque animali rappresentativi della Savana, dono di una delegazione Sudafricana conservato presso l’Archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco (ESPOSTO NELLA MANICA CENTRALE)
2015
Relazioni Istituzionali con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

L’Oggetto
Nel corso degli anni ’80 in Sudafrica gli artisti nelle township sotto il regime dell’apartheid iniziarono a sperimentare l’utilizzo dei cavi telefonici presi dai materiali di scarto di cantiere. Elliot Mkhize fu uno dei precursori di questa tecnica, formatosi negli anni ’60 nella Ndaleni Art School – una delle poche scuole d’arte aperte ai non bianchi durante l’apartheid. Mkhize iniziò a elaborare opere d’arte prendendo come riferimento stampe, pitture, sculture e oggetti di artigianato del KwaZulu-Natal. Diventato guardiano notturno in un teatro, imparò dalle altre guardie a intrecciare i fili telefonici colorati. Le forme geometriche dell’opera di Mkhize, che è morto nel 2020, sono un omaggio all’antica scrittura geroglifica zulu. Con la fine dell’apartheid l’arte di Elliot Mkhize diventa uno dei simboli del nuovo Sudafrica.
I Big Five, in Sudafrica, sono sì gli animali più maestosi della savana, ma anche quelli più letali per chiunque si metta sul loro cammino. Campeggiano sulle principali banconote del paese.

La Storia
Nel 1977, Reggio Emilia città fu tra le prime città nel mondo a firmare un accordo di solidarietà con l’African National Congress (ANC) allora guidato da Oliver Tambo: da allora Reggio Emilia ha dimostrato un impegno costante nella lotta contro l’apartheid e per i diritti umani. Negli anni ’80, diverse furono le iniziative e le pubblicazioni, tra cui Sechaba, a sostegno della lotta contro l’apartheid dell’ANC e della liberazione di Nelson Mandela e dei prigionieri politici. Il 10 maggio 1994, Reggio Emilia fu l’unica città italiana invitata all’inaugurazione di Mandela come presidente del Sudafrica, sottolineando così l’unicità di questo rapporto.
Nel 2012 il terzo Presidente del Sudafrica libero Kgalema Motlanthe visita Reggio Emilia per celebrare il 35° anniversario della solidarietà al popolo sudafricano in lotta contro l’apartheid. Da allora questo dono è esposto nella sala Gialla del Comune di Reggio Emilia, dove si svolgono gli incontri della Giunta e dove vengono accolte le delegazioni istituzionali. Reggio Emilia è gemellata con la città sudafricana di Polokwane dal 25 aprile 2004, con la quale ha intrattenuto scambi principalmente nell’ambito della formazione professionale, della cooperazione e in ambito economico.

8
Statua di una Colomba regalata dal Sindaco di Girona Marta Madrenas in occasione dei 40 anni di gemellaggio (1982-2022) tra Reggio Emilia e Girona
29 novembre 2022
Gemellaggio con Girona, Spagna

L’Oggetto
La Colomba di Ceramica è stata realizzata in occasione della celebrazione dei 40 anni di gemellaggio tra Girona e Reggio Emilia. Consegnata in dono dal Sindaco di Girona, nel 2022, dopo la firma di un documento che rafforza l’originario patto di gemellaggio tra le due città. La colomba simboleggia i valori attorno ai quali si è cementato il legame tra Reggio Emilia e Girona: la salvaguardia della democrazia, del dialogo e delle relazioni internazionali per promuovere e difendere la pace.

La Storia
Il gemellaggio tra le due città viene siglato nel 1982, anno significativo per il processo di transizione democratica della Spagna, che aderirà qualche anno più tardi alla Comunità Europea. Gli scambi con la città di Reggio Emilia hanno mirato a valorizzare i rispettivi patrimoni artistico-culturali, gli scambi giovanili e le politiche ambientali.

9
Statua rappresentante il Monumento October in Kragujevac Memorial Park donato da una delegazione della città di Kragujevac a Fondazione E35
2005-2022
Gemellaggio con Kragujevac, Serbia

L’Oggetto
La statua in miniatura simboleggia il Parco Memoriale di Kragujevac, noto anche come Parco Memoriale di Šumarice (Memorijalni park Šumarice), luogo, vicino a Kragujevac, in Serbia, dove le forze di occupazione tedesche giustiziarono circa 2.800 uomini e ragazzi della città il 21 ottobre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale (il cosiddetto Massacro di Kragujevac). Tra le vittime c’erano centinaia di studenti delle scuole superiori.

La Storia
Dal 2004 Kragujevac è gemellata con Reggio Emilia e i giovani sono da sempre al centro di questa relazione tra città; diverse delegazioni hanno partecipato ai Giochi Internazionali del Tricolore e sono stati organizzati scambi tra gruppi musicali e di video maker. Recentemente, il progetto Tomorrow Together ha creato spazi di riflessione e confronto tra i giovani di paesi non ancora membri dell’UE – tra cui la Serbia – sulle opportunità promosse dall’Unione Europea.

10
Polvere bianca “Mussiro” per decorare il viso prodotta dalla Comunità di Matibane e pestello artigianale donato da Armando Martins John della Municipalità di Pemba, conservato presso l’Archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco
2010-2023
Gemellaggio con Pemba, Mozambico

Cappello Reggio Emilia-Pemba donato dalla città di Pemba ad una delegazione di Reggio Emilia in visita in Mozambico, Archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco
2012
Gemellaggio con Pemba, Mozambico

Conchiglie donate dalla città di Pemba come segno di gratitudine per il progetto di cooperazione solidale Noi con Voi (1986) che Reggio Emilia sviluppò a livello provinciale per supportare la città amica Pemba e la sua regione, Cabo Delgado. Archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco
1987
Gemellaggio con Pemba, Mozambico

L’Oggetto
L’impasto mussiru si ottiene mescolando, con acqua, diversi tipi di argille e ingredienti vegetali, come estratti di radici e frammenti di corteccia. Se oggi le maschere per il viso ottenute sono utilizzate dalle donne mozambicane prevalentemente per le loro proprietà fitocosmetiche e per questioni estetiche, un tempo esse erano al centro di riti legati al passaggio di status sociale femminile nelle comunità nel Nord del Mozambico. Il loro significato simbolico, storicamente connesso all’idea di purezza e femminilità, si è trasformato attraverso il tempo, tanto che attualmente la maschera mussiru è divenuta un simbolo nazionale che celebra le peculiarità identitarie del Mozambico settentrionale, dove è ubicata anche la città di Pemba.
Accompagna la maschera, il pestello artigianale per sminuzzare gli ingredienti naturali che la compongono.

La Storia
Reggio Emilia firma un patto di amicizia e di cooperazione con la città di Pemba il 2 luglio 1975, il quale diventa patto di gemellaggio il 9 maggio 2012. Il Comune di Reggio Emilia, anche grazie al lavoro di Fondazione E35 a Pemba, collabora attivamente con la città di Pemba su ambiti legati all’urbanistica, alla gestione dei rifiuti e all’impatto ambientale così come ai servizi educativi e per l’inclusione. Le nuove progettualità in partenza sono finanziate dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

11
Piatti in Ceramica donati dal Console Cinese Liu Kan in visita a Reggio Emilia in occasione della celebrazione della fine del Capodanno Cinese
12 febbraio 2025
Relazioni Istituzionali con la Cina e con la Comunità della Diaspora Cinese a Reggio Emilia

L’Oggetto
I piatti in ceramica sono stati consegnati durante la cerimonia per il Capodanno Cinese 2025, quando insieme al dono da parte del Consolato, l’Associazione Cinesi di Reggio Emilia ha donato 3mila euro per sostenere il doposcuola “Il portico” che si svolge in zona Stazione.

La Storia
Nel corso degli anni gli scambi tra la Cina e l’Italia si sono rafforzati. Reggio Emilia già nel corso dei primi anni ‘80 organizzava in diversi luoghi della città iniziative culturali, ospitando le prime delegazioni cinesi. Mondi che si incontrano e che portano Reggio Emilia a sottoscrivere un patto di amicizia con la città di Rizhao.
Oggi, tra i protagonisti di questo scambio c’è anche l’Associazione dei Cinesi di Reggio Emilia che apre le porte alla città per far conoscere le tradizioni del Capodanno Cinese e della Festa delle Lanterne. Questi scambi sono occasione di incontro anche con le autorità diplomatiche, doni che raccontano di altri immaginari con origini antiche, e dove l’Italia è simboleggiata da figure quali Matteo Ricci e Marco Polo.

12
Set da Caffè donato da una Delegazione di Sarajevo in visita a Reggio Emilia
Dicembre 2022
Gemellaggio con Sarajevo Centar, Bosnia-Erzegovina

L’Oggetto
Il set da caffè ricevuto in dono richiama la tradizione del caffè bosniaco, che ha radici profonde derivanti dalla cultura ottomana. Costituisce un rito sociale ed è simbolo di ospitalità; si dice che Sarajevo avesse un caffè già nel 1592, molto prima di Parigi o Vienna. I caffè erano spazi sociali dove la gente non solo beveva ma si trovava per chiacchierare, fumare, suonare e cantare. Secondo lo storico Hamdija Kresevljakovic, in Bosnia esistevano almeno 20 parole diverse per indicare il caffè.

La Storia
La città di Reggio Emilia e Sarajevo Centar firmano il patto di gemellaggio il 9 maggio 2022, giorno in cui si celebra la Festa dell’Europa. Sarajevo è un crocevia di culture e religioni diverse, di cui Centar costituisce il centro amministrativo, commerciale, culturale, educativo. Diverse le iniziative implementate tra le due città, che hanno visto protagonisti in particolare le scuole e i giovani con, scambi incontri e formazioni in merito alla storia dei recenti conflitti in Bosnia ed Erzegovina, sui diritti umani e le sfide contemporanee che il paese si trova ad affrontare.

13
Riconoscenza ufficiale per il giornalista Piero Del Giudice da parte del giornale di Sarajevo “Oslobodenje” costituita dalla targa celebrativa dei 50 anni del giornale insieme al frammento di una delle vetrate della sede della redazione, distrutta da una bomba nei primi mesi dell’assedio di Sarajevo. Archivio Piero del Giudice, Istoreco
16 settembre 1993

L’Oggetto
Il riconoscimento conferito a Piero del Giudice, docente e storico dell’arte, dalla testata giornalistica bosniaca Oslobodenje premia il suo coraggio e la sua determinazione nel documentare le atrocità della guerra nell’ex Jugoslavia e nello specifico dell’Assedio di Sarajevo (1992-1996). Il dono qui esposto è stato affidato a Istoreco Reggio Emilia, insieme al suo archivio, dalla moglie di Piero del Giudice, Adriana Grippiolo.

La Storia
Piero del Giudice, infatti, ha lavorato all’interno della città assediata in qualità di giornalista e corrispondente dei maggiori quotidiani e canali televisivi di lingua italiana ma anche svizzera. A Sarajevo e ai suoi abitanti ha dedicato molte pubblicazioni, una delle quali è stata realizzata in collaborazione con grandi fotoreporter bosniaci.

14
Mappa della Città di Schwerin
Gemellaggio con Schwerin, Germania

L’Oggetto
La mappa di Schwerin mette in risalto la posizione geografica della città, affacciata sulla riva sud-occidentale dell’omonimo lago. Schwerin è circondata da colline ricoperte da foreste e laghi; l’acqua, quale via di comunicazione, ha giocato un ruolo importante nella storia della città. Un altro elemento che risalta sulla mappa è l’isola dove risiede il Castello di Schwerin, il quale ospita oggi il governo locale della città ma anche un museo d’arte.

La Storia
Il patto di gemellaggio con la città tedesca di Schwerin è stato sottoscritto il 14 aprile 1966 con l’intento di favorire la distensione nei rapporti fra Est e Ovest, nel contesto della Guerra fredda. Le relazioni con la città tedesca toccano i temi degli scambi giovanili in ambito storico e sportivo, ma anche il tema della disabilità e delle opportunità di partecipazione nei rispettivi contesti cittadini.

15
Guida Turistica della Città di Zara
1966
Gemellaggio con Zara, Croazia

Liquore Maraschino, regalo della delegazione della Città di Zara partecipante ai Giochi Internazionali del Tricolore
Luglio 2023
Gemellaggio con Zara, Croazia

L’Oggetto
Il Maraschino di Zara è un liquore tipico della città dalmata, bevanda dolce e incolore a base di un particolare tipo di ciliegia, il marasco, la cui produzione ebbe inizio nella Dalmazia veneta fin dal Medioevo. Zara è stata infatti per anni una delle città più importanti della Repubblica di Venezia, di cui fece parte fino alla sua caduta. Dopo la prima guerra mondiale le regioni storiche dell’Istria e della Dalmazia, compresa Zara, furono annesse al Regno d’Italia fino al 1944,

La Storia
Il gemellaggio con la città di Zadar è stato siglato dal Comune di Reggio Emilia il 2 giugno 1972. La relazione con Zadar concerne la conservazione e valorizzazione della memoria storica, così come scambi in ambito artistico e culturale coinvolgendo giovani artisti locali.

16
Cartoline con scambio di saluti e auguri tra Remo Fornaciari e il partigiano russo Tarassov. Conservate presso l’Archivio Riccò Fornaciari, Istoreco
1960-1970

L’Oggetto
Nel corso degli anni Sessanta, Remo Fornaciari e Anatolij Makarovič Tarasov si scambiano cartoline di auguri in occasione delle festività.

La Storia
Remo Fornaciari era reggiano, militante comunista, fondatore dell’attuale Coopservice e noto per il suo impegno, assieme alla moglie Olga Riccò, e ai coniugi Bruna Ganapini e Giuseppe Soncini, nell’esperienza di solidarietà popolare a favore delle popolazioni in lotta anticoloniale del Mozambico e dell’Africa australe durante gli anni Settanta e Ottanta. Anatolij Makarovič Tarasov era un partigiano sovietico che partecipò alla Resistenza italiana. Soldato di fanteria dell’Armata Rossa, venne catturato dai tedeschi e trasferito in Italia nell’estate del 1943, dove trovò rifugio a Gattatico, nella casa dei fratelli Cervi, insieme ai quali prese parte alle prime azioni della Resistenza. Fu arrestato insieme ai sette fratelli il 25 novembre e trasferito in un carcere veronese. Evaso nella primavera del 1944, Tarassov divenne pienamente operativo nella Resistenza reggiana e operò in varie formazioni partigiane a ridosso della Linea Gotica. Dopo la Liberazione fece ritorno in Unione Sovietica e lavorò attivamente nell’Associazione Italia-Urss, mantenendo una fitta corrispondenza con Alcide Cervi e con altri partigiani reggiani e modenesi. Reggio Emilia non dimentica chi è stato solidale, chi l’ha sostenuta nel momento del bisogno e della resistenza, così, ad Anatolij Makarovič Tarasov la città ha dedicato una propria via.

17
Documenti e statuto della prima Associazione Diaspora italo-egiziana
Anni Ottanta del Novecento (dal 1983)
dono di Gaber El Shafei

L’Oggetto e la sua Storia
La diaspora egiziana tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 è la prima a costituire un circolo culturale e un’associazione. Famiglie e bambini che promuovevano momenti di partecipazione, educazione, sport e cultura. Questi documenti ci raccontano del ponte che le prime generazioni hanno costruito tra i due paesi per rafforzare il dialogo istituzionale. Gaber El Shafei fu il primo presidente e animatore, insieme a tante e tanti concittadini, di azioni di sensibilizzazione per la realizzazione di corsi di lingua araba, per azioni di solidarietà e assistenza, per promuovere accordi bilaterali tra i due paesi e lo sviluppo di relazioni collegate ai diritti sindacali dei lavoratori italo-egiziani. In quella prima generazione della diaspora egiziana, anche Mohamed Soleiman ha donato al Centro Interculturale Mondinsieme la macchina da scrivere Optima in lingua araba il cui ticchettio per anni fu ospitato dal Tribunale di Reggio Emilia per trascrivere le traduzioni giurate dall’italiano all’arabo, oltre al tradurre quei documenti che, con il passare degli anni e delle generazioni, permettevano alle persone di diventare sentirsi, o nascere a pieno titolo anche cittadini italiani

DIDASCALIE DEGLI OGGETTI ESPOSTI NELLA SALA CENTRALE

Bambola (sposa) Ndebele regalata dall’Ambasciatrice Sudafricana in Italia, Thenjiwe Mtintso, all’archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco
2011
Relazioni Istituzionali con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

Uovo raffigurante i “Big 5”, i cinque animali rappresentativi della Savana, dono di una delegazione Sudafricana conservato presso l’Archivio Reggio Africa, Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia/Istoreco
2015
Relazioni Istituzionali con l’African National Congress (ANC) e la Provincia del Gauteng, Sudafrica

Macchina da scrivere Optima in lingua araba, dono di Mohamed Soleiman
Dal 1988
Relazione con la Comunità della Diaspora Egiziana

L’Oggetto e la sua Storia
La diaspora egiziana tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80 è la prima a costituire un circolo culturale e un’associazione. Famiglie e bambini che promuovevano momenti di partecipazione, educazione, sport e cultura. Questi documenti ci raccontano del ponte che le prime generazioni hanno costruito tra i due paesi per rafforzare il dialogo istituzionale. Gaber El Shafei fu il primo presidente e animatore, insieme a tante e tanti concittadini, di azioni di sensibilizzazione per la realizzazione di corsi di lingua araba, per azioni di solidarietà e assistenza, per promuovere accordi bilaterali tra i due paesi e lo sviluppo di relazioni collegate ai diritti sindacali dei lavoratori italo-egiziani. In quella prima generazione della diaspora egiziana, anche Mohamed Soleiman ha donato al Centro Interculturale Mondinsieme la macchina da scrivere Optima in lingua araba il cui ticchettio per anni fu ospitato dal Tribunale di Reggio Emilia per trascrivere le traduzioni giurate dall’italiano all’arabo, oltre al tradurre quei documenti che, con il passare degli anni e delle generazioni, permettevano alle persone di diventare sentirsi, o nascere a pieno titolo anche cittadini italiani.

Bossolo Decorato, donato da una delegazione di giovani provenienti dalla città di Melitopol e dalla regione di Zaporizhzhia in visita a Reggio Emilia
Ottobre 2024
Dichiarazione di Solidarietà e Amicizia con Melitopol, Ucraina

L’Oggetto
Un bossolo decorato è il simbolo della speranza dei giovani di Melitopol che da febbraio 2022 hanno trovato riparo in altre città dell’Ucraina.
Circa un anno fa il bossolo è stato donato da un gruppo di 15 adolescenti di Melitopol ospiti per dieci giorni a Reggio Emilia; una breve parentesi che ha permesso loro di tornare a vivere una parvenza di quotidianità lontana dal conflitto e dalla paura, partecipando a diverse e variegate attività.
Questo dono rappresenta la consapevolezza di giovani che vivono le conseguenze di uno stato di guerra ed hanno voluto trasformare un artefatto collegato al conflitto in oggetto simbolico, per abbattere l’indifferenza.

La Storia
L’occupazione russa di Melitopol non ha fermato la volontà del Comune di Reggio Emilia di formalizzare nel settembre 2023 una dichiarazione di solidarietà e amicizia con la città, grazie anche al legame nato dalla partecipazione al programma delle Città Interculturali del Consiglio d’Europa.
Il rapporto con l’Ucraina è rafforzato anche dalla presenza di più di 5.000 ucraini nel territorio provinciale, con oltre un migliaio di ucraini che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Da anni in città è attiva l’Associazione dei Volontari Ucraini, che aderisce al Centro Interculturale Mondinsieme.