Jaime Baco, Jacomart-Joan Reixach
San Michele Arcangelo
Metà XV secolo circa
tempera su tavola preparata con tela di lino e oro, cm. 90 x 76

San Michele è presentato secondo un’iconografia assai diffusa nel Medio Evo: l’Arcangelo è la guida e il conduttore delle anime, e interviene in occasione del Giudizio Finale pesando le anime. Nella mano sinistra ha infatti una bilancia e nella destra una lancia con la quale minaccia i diavoli che, sul lato destro del dipinto, assalgono l’anima condannata, mentre sull’altro piatto l’anima graziata si dirige verso un angelo vestito di bianco. L’opera è stata attribuita da Alfonso Perez Sanchez alla cerchia artistica valenciana dominata da due figure di artisti, Jaime Baço Jacomart (a Napoli dal 1443 al 1446 e poi fino al 1451 e in seguito protagonista della pittura valenciana) e Joan Reixach (attivo a Valencia dal 1431 al 1482). Secondo alcuni critici potrebbe trattarsi della tavola centrale di un retablo commissionato a Jacomart per la chiesa di Burjasot (Valencia), da questi non terminato per il viaggio a Napoli e portato a termine da Reixach. In ogni caso si tratta di un’opera di capitale importanza “sia per la sua qualità e bellezza – scrive Pérez Sanchez – sia per i caratteri stilistici che interpretano la tradizione fiamminga con una silenziosa ed elegante cadenza che trasmette senza dubbio echi di origine italiana, tanto nel sereno profilo dell’angelo che accoglie l’anima eletta, quanto nell’elegante atteggiamento dell’Arcangelo, dall’armatura riccamente decorata”.
(A. Perez Sanchez, I dipinti spagnoli, Reggio Emilia, 1988, p.22)