#Crescerealmuseo / Didattica a distanza con Google Arts & Culture

Stella Caporale è diplomata in pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Peri – Merulo” di Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti, e si è laureata in lettere moderne con una tesi che approfondisce il rapporto tra letteratura italiana e musica. Nel 2005 ha conseguito la Laurea specialistica abilitante per l’insegnamento nella scuola secondaria (SSIS). Da quindici anni insegna materie umanistiche nella scuola secondaria di primo grado ed è attualmente docente di lettere presso la Scuola “Einstein” di Reggio Emilia.
Durante il periodo di chiusura delle scuole a causa della pandemia di Covid-19 ha utilizzato la piattaforma Google Arts and Culture per costruire una caccia al tesoro virtuale nelle sale di Palazzo di Musei, creando così uno strumento personalizzato da adottare nella didattica a distanza. Per questo motivo abbiamo deciso di farle qualche domanda su questa sua esperienza.

I Musei Civici di Reggio Emilia sono presenti su Google Arts and Culture dal 2013: come ne sei venuta a conoscenza e quali potenzialità hai riscontrato nell’utilizzare questo strumento? Avevi già usato le risorse web offerte dal museo a scopo didattico?

Conoscevo Google Arts and Culture come applicazione, ma non l’avevo mai utilizzata per la didattica. Ho saputo che anche i Musei Civici di Reggio Emilia potevano essere visitati virtualmente, mediante questo strumento, grazie a una collaboratrice dei Musei Civici. Questa possibilità mi è parsa da subito un modo interessante per superare le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria e per fornire agli alunni della mia classe, la I B della scuola secondaria di primo grado “Einstein”, l’opportunità di visitare in modo alternativo il museo, attraverso un semplice “gioco guidato” sul Medioevo.

Mi avvalgo abitualmente delle visite guidate tematiche proposte alle scuole dai Musei Civici per approfondire aspetti connessi alla programmazione di Storia: per i ragazzi questi momenti sono importanti in quanto costituiscono l’occasione per entrare in diretto contatto con il passato. L’interesse suscitato da oggetti e testimonianze “rende vero” ai loro occhi quanto studiato e permette loro di memorizzare e comprendere in modo più immediato fatti, concetti ed eventi sui quali ci si è soffermati a scuola.
Prima d’ora ho sempre privilegiato i percorsi in presenza piuttosto che l’utilizzo delle risorse virtuali che il museo offre – e su entrambe le quali resto aggiornata mediante la newsletter -, ma in questi mesi in cui siamo stati obbligati a programmare una nuova didattica a distanza, ho dovuto rinunciare ad esperienze consolidate e funzionali, mettendomi alla ricerca di altri strumenti.

Come hai costruito il tuo percorso didattico? Che feedback hai avuto dai ragazzi?

Ho costruito il mio percorso didattico come una caccia al tesoro virtuale all’interno del Portico dei Marmi e dell’Atrio dei Mosaici di Palazzo dei Musei, da svolgere su Google Classroom, a piccoli gruppi, collegati mediante videocall.
Per realizzarla ho utilizzato quattro audio-storie inventate da alcuni miei ex alunni, ispirate a reperti medievali esposti presso i Musei Civici: si trattava in particolare di due mosaici del XII secolo – uno proveniente dalla Cattedrale, l’altro dalla chiesa di San Tommaso – un fonte battesimale del X secolo proveniente dalla Pieve di San Polo d’Enza e di alcune unità di misura per laterizi.

                         

Negli anni precedenti, infatti, avevamo avuto modo di vedere dal vivo questi “oggetti ispiratori” durante una visita guidata, nell’ambito del progetto di scrittura creativa svolto nell’a.s. 2016-2017 intitolato “NovellaRe”.
Dopo aver ascoltato le audio-storie, condivise mediante file audio su Classroom, gli alunni hanno risolto alcuni quesiti preparatori in forma di gioco a carattere storico/lessicale. In seguito, hanno “cercato” gli oggetti a cui si ispiravano le storie, percorrendo le sale del Museo con Google Arts and Culture.
Una volta risolti i quesiti e individuati gli oggetti, ciascun capogruppo ha compilato un Modulo Google che ho appositamente predisposto. Infine è stata stilata una classifica per punti e, simbolicamente, decretato un gruppo vincitore.
Il riscontro degli alunni è stato positivo per diversi motivi: i ragazzi si sono divertiti e hanno potuto ritrovare, seppure mediante lo schermo, la piacevole dimensione del lavoro di gruppo; al contempo hanno imparato ad utilizzare un nuovo strumento che ha permesso loro di esplorare aree del museo su cui non si erano probabilmente mai soffermati.

Vorresti trovare sul sito dei Musei Civici altri strumenti simili? Quali potrebbero essere più utili?

Sicuramente altri strumenti interattivi, inerenti i periodi storici studiati alla Scuola media, sarebbero molto utili. I ragazzi a quest’età cominciano ad avere una certa dimestichezza con la tecnologia, ma raramente la utilizzano per incrementare il loro sapere o per studiare; vedono spesso i device come strumenti unicamente legati alla dimensione ludica.
Sfruttare le competenze maturate durante la DAD (didattica a distanza) può insegnare loro che la tecnologia, se sviluppa le capacità logiche e culturali, è un grande strumento di democrazia; questo obiettivo può essere raggiunto anche attraverso un elemento per loro familiare come il gioco. Gioco per certi aspetti molto diverso da quello a cui vengono abituati sulle piattaforme online, un gioco “divergente” a cui vanno forse rieducati, visto che si basa sulla comprensione di parole e contenuti, ma che conserva l’idea del premio, della gratificazione e del piacere di misurarsi con i compagni in una sfida.
In quest’ottica, sarebbe, per esempio, interessante implementare, nei cataloghi online del Museo, il numero delle schede relative ai reperti medievali posseduti, o creare storygames interattivi sul Medioevo, periodo a cui i ragazzi si avvicinano per la prima volta tra i dieci e gli undici anni. Sarebbe stimolante anche progettare e realizzare, con l’aiuto degli studenti, mappe interattive mediante le quali valorizzare i racconti scritti a scuola o i percorsi di ricerca, con il duplice scopo di incentivarli a scoprire le peculiarità storiche del nostro territorio e rendere meno astratti i concetti che studiano sui libri di testo.

Chiara Ferretti
Ufficio comunicazione
Musei Civici di Reggio Emilia