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Alessio Martella, antropologo e “uomo delle foreste”

Alessio Martella, vive a Torricella Sicura (TE). Dopo la Maturità Scientifica e il Diploma in Grafica Pubblicitaria e Illustrazione, si Laurea in Lettere, in Storia delle Religioni/Antropologia, con una tesi sui “Fondamenti mitici del ricamo con aculei tra i Sioux”.
Dal 2000 è entrato a far parte dell’ex Corpo Forestale dello Stato e dal 2017 è Maresciallo Ord. dell’Arma dei Carabinieri, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (provincia di Teramo).

In occasione del suo laboratorio Anatomia della Meraviglia – Arte da vivere. Arte e simbolismo degli Indiani delle Pianure, che si terrà il giorno 26 ottobre nello spazio C-Lab di Palazzo dei Musei, abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda.

Tra foreste e Grandi Pianure, di cosa ti occupi? Fin dove ti porta la tua passione?

“La mia passione e le mie ricerche mi hanno portato lontano, per conoscere i veri Nativi Americani delle Pianure e tutti gli aspetti delle loro culture, con un’attenzione particolare per la loro “arte”, studiando le più importanti collezioni etnografiche custodite nei musei di tutto il mondo.

Tra le molte collezioni, in Italia, in particolare, ho studiato le collezioni nel Museo Preistorico-Etnografico L.Pigorini di Roma, mi sono occupato degli oggetti etnografici raccolti da Antonio Spagni conservati nel Museo “Gaetano Chierici” di Paletnologia ai Musei Civici di Reggio Emilia, e poi ancora ho studiato le collezioni del Museo Etnografico Caffi di Bergamo e di Palazzo Luchetti in Filottrano, Ancona.
Negli Stati Uniti, le collezioni dell’American Museum of Natural History di New York, del Red Cloud Heritage center, Pine Ridge Reservation, oppure la collezione etnografica degli Indiani delle Pianure conservata nella North Dakota Historical Society – Bismarck ND.
Ho svolto ricerche sul campo in Sud Dakota, nelle riserve Lakota di Rosebud, Pine Ridge, Cheyenne River e Standing Rock ed inoltre nella riserva Dakota di Devil’s Lake in North Dakota.”

Fare ricerca sul campo, cosa significa per te?

“La cosiddetta “ricerca sul campo” è l’unica che può farci capire veramente chi sia un popolo fatto di persone in carne ed ossa e rompere gli stereotipi tramandati da centinaia di anni di cinema e letteratura approssimativa. Per quanto ben fatto, nessun racconto o immagine, potrà darci la meraviglia e le sensazioni che si provano vivendo con i nativi, partecipando alle loro cerimonie, alla loro vita quotidiana, nel ritrovarsi nell’immensità delle grandi pianure, o attorno al fuoco di un accampamento, oppure ad ascoltare insegnamenti preziosi dalla viva voce dei loro ultimi custodi.

Nelle mie ricerche ho potuto intervistare i nativi che ancora custodiscono le antiche tradizioni, come ad esempio l’anziana ricamatrice Hidatsa, Mary Elk, o la ricamatrice Lakota/Hidatsa, Joice Kitson, per ascoltare dalla viva voce delle donne gli insegnamenti relativi alla pratica di un’arte così intimamente legata alla spiritualità di questi popoli.”

A cosa ti stai dedicando attualmente e qual è il tuo progetto in corso?

Da anni mi occupo di scrivere libri e articoli e inoltre partecipo a convegni e conferenze per diffondere una conoscenza più approfondita sulla cultura di questi popoli, ancora oggi vittime di molti stereotipi.

Il mio progetto in corso è “Unbreakable”, al quale sto lavorando con l’amico, giornalista e fotografo Alessio Vissani, svolgendo ricerche sul campo e interviste, per dare vita ad un libro fotografico che rappresenti le tradizioni e la cultura contemporanea Lakota.”

a cura di Georgia Cantoni
Responsabile comunicazione
Musei Civici di Reggio Emilia

 

info workshop con Alessio Martella “Arte da vivere. Arte e simbolismo degli Indiani delle Pianure”