#MuseoPOP / La storia del mondo alla radio

Nel 2009 Neil McGregor, allora direttore del British Museum, e la Bbc, hanno raccolto una sfida che sembrava impossibile: raccontare, alla radio, le storie degli oggetti tra i più significativi delle raccolte del British Museum, per comporre un grande mosaico e ripercorrere la storia del mondo.
Nacque così la trasmissione, disponibile anche in podcast, “La storia del mondo in 100 oggetti”, che riscosse un enorme successo accendendo discussioni e commenti di appassionati e studiosi. Gli episodi si confluirono poi in un libro, altrettanto fortunato, pubblicato anche in Italia nel 2012 (editrice Adelphi).
Anche RaiRadio Tre nel 2015 ha costruito l’ambizioso progetto Museo Nazionale, per  creare una sorta di ideale museo “radiofonico”, suddiviso in sale tematiche in cui ospitare 150 episodi dedicati ad altrettante opere d’arte, le più note e significative tra quelle conservate nei Musei italiani. Gli episodi, raccontati da esperti del panorama artistico e accademico italiano ed internazionale e curati da Monica D’Onofrio e Cettina Flaccavento, sono diventati anch’essi un libro (editrice Officina Libraria).
Il progetto è proseguito nel 2016 con il ciclo di lezioni Incontri al museo – lezioni di archeologia, in cui esperti di diverse generazioni hanno proposto racconti dedicati a temi archeologici, e nel 2017 con il ciclo Visioni: arte e utopia, dedicato al tema dell’utopia nelle arti, in occasione del cinquecentesimo anniversario della pubblicazione del celebre testo di Tommaso Moro.
Gli episodi sono tutti disponibili, corredati di schede, foto e bibliografia dedicata, sul sito museoradio3.rai.it e in versione scaricabile su RaiPlayRadio.

Il progetto più recente, nato nel 2017 all’interno della cornice di Museo Nazionale, è la serie “Dalla terra alla storia: le grandi scoperte dell’archeologia”, a cura di Monica d’Onofrio e raccontato da Andrea Augenti: la serie, che va in onda su RaiRadio3 d’estate nei fine settimana, è ormai giunta alla quarta stagione e ne è prevista una quinta per l’estate 2021.

Il player sul sito RaiPlayRadio che consente di ascoltare e scaricare gli episodi

Andrea Augenti, docente di archeologia medievale all’Università di Bologna, racconta in ogni episodio un momento importante della storia dell’uomo, attraverso le grandi scoperte dell’archeologia, dalla preistoria all’antica Roma, dall’antico Egitto al Medioevo.
La voce di Augenti, intervallata da scelte musicali a tema e brevi letture di documenti originali, racconta l’avventura dell’archeologia e gli uomini e le donne che l’hanno vissuta, facendo rivivere la grande emozione della scoperta, le difficoltà e la fatica del lavoro sul campo, e le vicissitudini, spesso rocambolesche, dei reperti e dei loro scopritori.
E se spesso si rimane col fiato sospeso ascoltando una vicenda particolarmente avvincente, il racconto è sempre punteggiato e sostenuto da un inquadramento storico puntuale e da interessanti riflessioni sul metodo scientifico in archeologia.
Spesso il vero protagonista degli episodi è infatti un personaggio che è stato pioniere in alcuni aspetti del metodo archeologico: dalla topografia alla stratigrafia, dall’osservazione del contesto alla classificazione ceramica, fino al telerilevamento di rovine nascoste tramite la tecnologia Lidar o l’utilizzo di immagini satellitari.
Quello che emerge chiaramente, infatti, puntata dopo puntata, è che se le scoperte sono spesso alimentate dalla passione e dalle competenze di archeologi ed esploratori, da tempo ormai l’archeologia è sorretta da metodi scientifici e da procedure standardizzate e rigorose, dalle quali non è più possibile prescindere, pena la perdita di preziose informazioni che consentono di ricostruire il passato con la maggior accuratezza possibile.
A volte infatti, nel passato, le scoperte si sono trasformate in grandi disfatte dal punto di vista scientifico, perchè l’inesperienza degli scopritori nell’organizzare lo scavo con metodo, nel registrarne le fasi, o nella successiva conservazione dei reperti portano al loro deterioramento o all’impossibiltà di ricavarne informazioni utili.
Nel caso del ritrovamento tesoro del re dei Franchi Childerico, ad esempio,della maggior pare dei reperti, rubati e poi fusi, sopravvive solo un volume in cui l’autore della scoperta descriveva e illustrava i ritrovamenti, mentre non fu nemmeno registrata la posizione esatta dello scavo.
La puntata dedicata invece allo scavo della villa rustica romana di Settefinestre, avvenuto negli anni 70, ci mostra l’importanza dello scavo stratigrafico per ricostruire tutte le fasi di un complesso abitativo e produttivo che dal I secolo a.C., nel corso dei suoi molti secoli di esistenza ha assunto altre forme e funzioni.
Con la scoperta della lamine di Pyrgi riviviamo l’emozione della lettura di un nuovo testo in lingua etrusca, mentre il ritrovamento casuale del ricchissimo tesoro anglosassone dello Staffordshire narra una vicenda di guerre e mercenari, ma i due scopritori finiscono in tribunale a contendersi i proventi della scoperta.
Ed è interessante anche capire quanto sia importante l’immondizia per gli archeologi: li si trovano tutti gli scarti della vita quotidiana, una vera miniera di informazioni, di ogni epoca. Alcuni archeologi, dopo aver esplorato il passato, hanno cercato tra i rifiuti del presente, quelli recenti di chi vive nelle città, e hanno scoperto che tutti mentiamo un po’, su quello che davvero consumiamo;

C’è anche chi ha ricostruito le vicende, spesso tragiche, degli immigrati che dal sudamerica attraversano il confine con gli Stati Uniti, lasciando dietro di se resti di bivacchi, bottiglie d’acqua scure per essere invisibili di notte, e manette di plastica della polizia di frontiera.
Non mancano naturalmente gli episodi dedicati alle scoperte più note, come la tomba di Tutankhamon, la città di Troia, lo scheletro dell’australopiteco Lucy, ma anche Pompei, Stonehenge e la Muraglia Cinese, e altri dedicati a figure iconiche dell’esplorazione e dell’archeologia, come Schliemann, Lawrence d’Arabia, Gertrude Bell, fino ad Indiana Jones, e al rapporto tra cinema e archeologia.

In alcuni episodi si sono aggiunte anche le voci di altri esperti (Elena Calandra, Paolo Matthiae, Fausto Zevi) che hanno raccontato scoperte e temi più specifici, come quelli dedicati alle arti, al giardino, ai tessuti, e agli usi funerari nel mondo antico (ciclo 2018).
Una parte delle storie raccontate nella trasmissione sono poi confluite nel corposo volume intitolato “Scavare nel passato”, ricco di approfondimenti, illustrazioni e mappe, (editrice Carocci, 2021).


Andrea Augenti è professore di Archeologia medievale presso l’Università di Bologna-Dipartimento di Storia culture civiltà. Si occupa principalmente dell’evoluzione degli insediamenti urbani e rurali di epoca medievale. Ha diretto numerosi scavi, ricognizioni e progetti in Emilia Romagna, lazio e Toscana e dal 2001 è direttore degli scavi di Classe (RA), del progetto Carta del potenziale archeologico di Classe e del progetto di schedatura e catalogazione dei castelli medievali della Romagna.
E’ membro della redazione della rivista ‘Archeologia Medievale’, del comitato scientifico della rivista “Archeo” e del Medieval European Research Committee ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

 

Chiara Ferretti