Noi e gli este – Sala 1.3

 

 

La grande vetrina che apre il percorso Estense è dedicata a Ludovico Ariosto nato a Reggio Emilia nel 1474 da Nicolò Ariosto, allora governatore della città, e Daria Malaguzzi Valeri. Nonostante i tanti incarichi diplomatici al seguito della corte estense che lo portano a viaggiare lungamente tra Roma, Ferrara e numerose corti italiane ed europee, il poeta rimane sempre legato alla sua città natale, trascorrendo i mesi estivi presso il Mauriziano, villa della famiglia materna.
A lungo le decorazioni pittoriche ornanti le piccole stanze in cui alloggiava il poeta sono state attribuite a Nicolò dell’Abate, operante in città negli anni Quaranta del Cinquecento, come attesta l’affresco proveniente dalla facciata di Palazzo Pratonieri.
La presenza del poeta è qui ricordata non solo dal ritratto, copia dell’originale di Dosso Dossi, ma dal piccolo reliquiario che Giuseppe Turri allestisce per onorare la falange di Ludovico Ariosto. Il piccolo osso viene solennemente donato al Comune di Reggio Emilia l’8 settembre 1874, quarto centenario della nascita del poeta.
Qualche anno dopo, Naborre Campanini propone al Comune di Reggio di creare una biblioteca specializzata in opere ariostesche presso il Mauriziano. Il progetto sarà accolto solo nel 1926 dando vita alla Raccolta Ariostesca, conservata presso la Biblioteca Panizzi, che oggi conta 639 volumi.
L’opera di Ariosto è stata magistralmente riportata nello sceneggiato televisivo diretto da Luca Ronconi, rivelando, attraverso la potenza del suo immaginario, una straordinaria attualità. La fotografia di Emily Allchurch ci porta in una Reggio a metà tra realtà e immaginazione, mentre quella di Cristina De Middel, Afronauti, allude al favoloso volo sulla luna compiuto da Astolfo nell’Orlando Furioso.