#PerunNuovoMuseo / La Professione in Archeologia oggi: difendere i diritti della categoria

Cos’è la CIA? Central Intelligence Agency? Sì, senza dubbio. Confederazione Italiana Agricoltori? Vero, anche questa! Ma è anche, e soprattutto, la Confederazione Italiana Archeologi, nata nel 2004 a Roma, dopo una delle tante sere di chiacchiere tra amici dell’Università sul mondo del lavoro che aspettava al di fuori delle mura dell’ateneo.

Che fare per avere un lavoro riconosciuto dalla società? Con uno stipendio migliore e soprattutto regolare, come fare per non dover abbandonare la professione se la vita ti mette contro un muro di spese che i ricavi della professione non ti permettono di sostenere? Lamentarsi e basta? No, evidentemente a quei ragazzi non bastava!
Decisero di fondare un’associazione di categoria, con regolare atto notarile, perché credevano che così uniti potessero contare su una forza, perché tutti per uno, uno per tutti, non è solo un vezzo da moschettieri, ma la realtà di ogni attivismo sociale.

Da quell’idea di giovani preoccupati per il futuro è nata un’Associazione di categoria che oggi ha 16 anni di vita, è riconosciuta come tale dal Ministero per lo Sviluppo economico, cosa che permette di essere interpellata come parte sociale in caso di audizioni parlamentari o in caso di consultazioni in corso di processi legislativi in itinere. La CIA ha soci in tutte le regioni d’Italia, e in alcune di esse costoro hanno avuto la forza di fondare una sede regionale per cercare di comprendere meglio i problemi dei territori specifici e anche creare una rete di lavoro tra soci. Oggi sono attive, oltre alla sede storica del Lazio, una sede in Abruzzo, una in Umbria una in Sicilia, sui cui grava un compito particolarmente difficile vista la disastrosa situazione di gestione dei Beni Culturali Italiani in Sicilia, una sede in Friuli Venezia Giulia, una in Lombardia e una in Toscana nata poco più di una fa. E in Emilia? In Emilia Romagna non c’è ancora una sede, ma i soci attivi sono in aumento quindi ci sono buone premesse che fanno ben sperare per il prossimo futuro.

In concreto cosa fa CIA per la categoria?

Prima di tutto bisogna distinguere tra “Soci Attivi” nella vita dell’associazione e “Soci Passivi” che usufruiscono dei corsi di Formazione organizzati da CIA, o delle convenzioni con compagni assicuratrici, case editrici e molto altro, oppure per essere attestati da CIA all’interno delle Fasce Professionali previste dal DM244/2019, di cui CIA può fare da garante per i propri soci. I Soci Attivi, invece hanno un ruolo all’interno degli Organi dell’Associazione a livello Nazionale o regionale: ovvero fanno parte dei Consigli Direttivi, che decidono, confrontandosi, le linee da seguire sui singoli temi portati avanti dall’associazione e le Commissioni tematiche che approfondiscono singoli aspetti della Professione. I Consigli direttivi, sia Nazionale che Regionale, sono eletti da un Congresso che si riunisce ogni tre anni e che stabilisce le cariche nazionali. L’ultimo Congresso, svolto a Roma nel Novembre del 2019 ha eletto Angela Abbadessa al ruolo di presidente e un direttivo attualmente composto da 39 persone, della varia estrazione geografica e lavorativa, da Archeologi da Campo, a professionisti museali, a Ricercatori del CNR, oltre che Funzionari della Soprintendenza. Il Direttivo si riunisce periodicamente per confrontarsi sui problemi del momento o per lavorare su tematiche particolarmente importanti, come recentemente la Proposta CIA di spesa sul Recovery Plan, poi allargata e discussa con le altre associazioni di categoria del mondo archeologico, oppure il comunicato stampa presentato contro il decreto proposto da una forza politica per bloccare parzialmente l’Art 25 del Codice Appalti del 2016 sull’archeologia preventiva.
Le singoli Commissioni di approfondimento tematico invece sono scelte in parte in virtù del curriculum dei membri e in parte in base alla disponibilità di essi. In questo momento sono Attive delle Commissioni su, Musei e Valorizzazione; Volontariato; Tariffe e Contratti; Europa; Formazione e Evoluzione Normativa, oltre al Gruppo della Comunicazione che si occupa della gestione delle pagine social e più in generale di trasmettere ai colleghi e più in generali ai cittadini le attività della Confederazione. Infatti crediamo che oltre alle singole battaglie una più ampia condivisione di una “cultura archeologica” all’interno della popolazione possa essere esso stesso uno strumento di tutela sia dei Beni Culturali, sia del lavoro dei professionisti del settore.

Sabato 27 Marzo 2021 si è conclusa una settimana densa di appuntamenti per i Soci: si è svolta l’Assemblea Nazionale, per la prima volta online, che ha visto la discussione dei temi delle commissioni tra i diversi gruppi di lavoro, i quali hanno infine prodotto un documento congressuale che è stato votato dall’assemblea plenaria il sabato successivo, dopo una settimana di confronto sulla scrittura dei singoli documenti stessi.

Tutelare il proprio lavoro, passa anche da questi momenti di confronto: dal riuscire a stabilire un dialogo per capire i problemi, sintetizzarli e provare a individuare delle soluzioni; in modo che queste possano essere portate in un momento successivo in altri tavoli di lavoro fino al livello Ministeriale o per riuscire a fare azioni concrete di aiuto alla categoria qualora vengano segnalati dai soci o dai colleghi atti di abuso, da parte di committenze, amministrazioni o altro.
CIA è tutti gli Archeologi che ne fanno parte, un’associazione viva, con un bel confronto interno e che potrà crescere ancora molto, speriamo anche nella stessa Emilia Romagna o nella stessa Reggio Emilia.

Nicolò Donati