Età del ferro

Etruschi

Gli Etruschi, sin dal IX sec. a.C. presenti nella valle del Po, nella seconda metà del VI sec. a.C. vi costituirono un sistema di città, che, secondo la tradizione storiografica antica, avrebbero raggiunto il numero di dodici. Nell’Italia settentrionale gli Etruschi convivevano con altre popolazioni, cui trasmisero la scrittura, esercitando nei loro confronti una determinante azione civilizzatrice.

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    Questa varietà di stirpi si riflette nel Reggiano, terra di confine fra più realtà etniche, dove era etrusco il gruppo socialmente dominante. Le testimonianze più antiche, del tardo VII sec. a.C., rispecchiano una realtà ormai pienamente storica e molto avanzata sul piano costituzionale e organizzativo. Il livello elevato di alcuni corredi funerari (Brescello, Rubiera) è indizio di una società nella quale una ristretta classe di principi detiene le leve del potere. Il linguaggio stilistico orientalizzante impronta le figurazioni sui cippi di Rubiera e le decorazioni impresse su vasellame da luoghi diversi della provincia. Le lunghe iscrizioni etrusche sui cippi provano l’acquisizione di una cultura alfabetica già nel tardo VII sec. a.C., ma anche l’esistenza di magistrature.
    Nel VI secolo gli abitati si configurano come villaggi di capanne, spesso dotati di impianti produttivi: forni da vasaio, fonderie (S. Claudio, S. Bartolomeo …). I sepolcreti offrono una documentazione di notevole ampiezza, che si confronta con quella della Lombardia orientale (sepolcreti di Baragalla, Bettolino di S.Ilario).
    Nel V secolo a.C. un nuovo corso economico ha il suo punto di forza in un’agricoltura completamente riorganizzata. La rete di canali e di fossati che con maglie regolari solca i terreni agricoli presuppone l’applicazione di nuove tecniche agrimensorie (Rubiera). Le attività produttive ricevono luce da un quartiere industriale messo in luce a Casale di Rivalta (impianto per produzioni ceramiche).

Bronzetto Etrusco