Giovanni Francesco Romanelli (Viterbo 1612 – Roma 1662)
Il ratto di Europa
1645 c.
Olio su tela, cm. 130 x 163

Riconosciuto come opere di Romanelli da F. Arcangeli e D. Mahon e inserito nella prestigiosa mostra L’ideale classico del Seicento in Italia tenutasi a Bologna nel 1962, il dipinto è un buon esempio del classicismo romano derivato dall’esempio dei bolognesi trasferiti nella città pontificia. È stato infatti evidenziato il riferimento al grande Bacco e Arianna di Guido Reni eseguito nel 1640 per il cardinale Barberini. Evidenti sono inoltre “i ricordi dell’Albani nelle fanciulle che salutano Europa, quelli della scultura nella posa classica dell’eroina a cavallo del toro, quelli dell’evocazione classicista dalla glittica antica” (M. Bietti, 2002). L’opera è collocabile al ritorno del primo viaggio del pittore in Francia per “l’ormai superato cortonismo e l’assonanza del gusto aulico e internazionale dominante in Francia sulla scia del Vouet” (D. Benati, scheda inedita) e quindi attorno al 1645 – 47.