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Il Tricolore: la sua storia

Verde, bianco e rosso sono i colori che da oltre due secoli fanno da sfondo alla nostra storia e che hanno simbolicamente abbracciato anche questo difficile periodo, da cui con orgoglio stiamo lentamente uscendo. Il mese di giugno rende omaggio alla Repubblica e accentua la riflessione sulle lotte per la libertà e l’indipendenza d’Italia che i colori nazionali hanno incoraggiato, ieri e ancora oggi. E come celebrarli al meglio se non attraverso il Museo del Tricolore, custode e portavoce della storia della nostra bandiera e dei colori che hanno dato forza a generazioni di italiani.

Il Tricolore ha avuto origine negli ultimi anni del Settecento e trae ispirazione da quello francese, con cui ne condivide gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. Il blu della bandiera francese è sostituito dal verde, mutuato con ogni probabilità dal tradizionale colore delle uniformi della Guardia Civica milanese, mentre il bianco e il rosso erano già presenti nello stemma comunale di Milano. I tre colori, usati nelle coccarde, nelle insegne militari e nelle uniformi degli eserciti al fianco di Napoleone, assumono sempre più il significato di “colori italiani”.

È con la nascita della Repubblica Cispadana che i colori compariranno per la prima volta in una bandiera nazionale: nell’attuale Sala del Tricolore il 7 gennaio 1797 il Congresso Cispadano di Reggio approva la mozione di Giuseppe Compagnoni di Lugo che «si renda universale lo stendardo o Bandiera di tre colori, Verde, Bianco e Rosso». Il Tricolore diviene vessillo di uno Stato, simbolo del popolo e della libertà. Qualche mese più tardi, il 29 giugno 1797, dall’unione delle repubbliche Cispadana e Transpadana nasce la Repubblica Cisalpina rappresentata anch’essa dal Tricolore «di tre Bande parallele all’Asta, la prossima all’asta, verde, la successiva bianca, la terza rossa».

Con la trasformazione della Repubblica Cisalpina in Repubblica Italiana nel 1802 viene ridefinita la forma della bandiera rendendola quadrata «a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde».

Rimasta in vigore fino al 1814, con la Restaurazione degli antichi regimi i colori nazionali vengono messi al bando. Questa fase vede sorgere una nuova generazione di patrioti italiani che, sotto il simbolo del Tricolore, continueranno a battersi per l’unità del nostro paese. Come testimonianza della continua fede nell’unione e nell’indipendenza d’Italia, al Museo del Tricolore sono custoditi i ritratti di Ciro Menotti, fautore dei moti del 1830-1831, Giuditta Sidoli Bellerio, vedova del patriota reggiano Giovanni Sidoli e compagna e fedele collaboratrice di Giuseppe Mazzini, di cui si custodisce il ritratto realizzato da Gaetano Chierici. Sono in esposizione numerosi fazzoletti e sciarpe indossati e sventolati durante i moti del 1848-1849 e raffigurazioni dei diversi modelli del Tricolore adottati in quegli anni. Il 23 marzo 1848 Carlo Alberto ordina che il suo esercito adotti la bandiera tricolore italiana con sovrapposto lo stemma sabaudo; in seguito all’insurrezione palermitana in marzo viene deliberata la nuova bandiera siciliana che vede al centro del tricolore l’emblema della Trinacria; la Repubblica Veneta stabilisce come propria bandiera ufficiale il tricolore con l’aggiunta della figura del leone di San Marco e anche il Granducato di Toscana, sollecitato dagli eventi liberali, giunse all’adozione del tricolore con lo stemma granducale incorporato; nel 1849 l’Assemblea Costituente romana dichiara decaduto il potere temporale del pontefice, proclama la Repubblica e adotta come bandiera il Tricolore accompagnato dall’aquila romana sulla cima dell’asta.

Il 25 marzo 1860 un regio decreto determina le caratteristiche della nuova bandiera che vede l’aggiunta di una corona sopra lo stemma sabaudo, modello confermato anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861. Questa bandiera parteciperà ai successivi eventi fondamentali della storia italiana rimanendo pressoché immutata sino al referendum del 2 giugno 1946 che sancisce la nascita dello stato repubblicano. Il Tricolore fu adottato dalla Repubblica Italiana a partire dal 19 giugno 1946 come sancito dal decreto presidenziale che recita: «[…] la bandiera nazionale è formata da un drappo rettangolare, distinto verticalmente in tre sezioni uguali rispettivamente dei colori verde, bianco e rosso. Il drappo deve essere alto due terzi della sua lunghezza, e i tre colori vanno distribuiti anzidetto, in guisa che il verde sia aderente all’inferitura». Questa configurazione di forma e colori fu poi confermata dall’Assemblea Costituente il 24 marzo 1947 con l’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni».

Martina Mariani
Università degli Studi di Parma
tirocinante del corso in “Giornalismo, cultura editoriale e comunicazione multimediale”

 

 


Foto: Riproduzione della bandiera della repubblica Cispadana, a cura di Ugo Bellocchi