#MuseoPOP / Giallo antico

Nel 1990 un nuovo e brillante detective si affaccia sulle pagine del Giallo Mondadori: creato dall’autrice bolognese Danila Comastri Montanari, il senatore Publio Aurelio Stazio indaga nella Roma imperiale al massimo del suo fulgore, e l’antica capitale diventa co-protagonista con i suoi monumenti, personaggi, vizi e virtù.
Il primo romanzo della serie, Mors tua, vince il premio Alberto Tedeschi, indetto ogni anno dal Giallo Mondadori, che pubblica poi il romanzo vincitore nella collana omonima. Da allora, la serie è arrivata a 19 titoli, spesso ispirati ad un detto o una citazione latina (In corpore sano; Galllia est; Parce sepulto; Spes, ultima dea; Cui prodest?).

Il meccanismo del giallo si adatta bene all’epoca antica; leggendo le indagini del Senatore Aurelio risulta evidente come l’antica Roma fosse una città cosmopolita e dalle dinamiche paragonabili ad una metropoli attuale, abitata da una società multietnica: con una popolazione stimata di almeno un milione di abitanti, dediti alle più svariate attività non così diverse dalle nostre, è verosimile che una indagine poliziesca possa presentare problematiche sorprendentemente simili ad una attuale.

Roma era governata sulla base di leggi antiche, ma l’amministrazione imperiale si era dotata di strumenti “moderni” come un archivio pubblico, una zecca, un sistema fognario in parte ancora oggi utilizzato, per non parlare degli acquedotti e della rete stradale e di distribuzione delle merci.
Alcuni magistrati si occupavano di approvvigionamento alimentare, di regolamentare mercati e prezzi, altri di curare strade ed edifici, di punire il gioco d’azzardo, le truffe e regolamentare la prostituzione, altri dell’organizzazione degli spettacoli.
I tresviri capitales, invece, erano funzionari con compiti di polizia e sorveglianza su crimini comuni, prigioni ed esecuzioni capitali: in età imperiale fu anche istituito un corpo di vigili del fuoco e una sorta di polizia urbana.

In questo contesto si muove il senatore Publio Aurelio Stazio, investigatore per passione, erede di una nobile famiglia e di una immensa fortuna fatta di ville, flotte e imprese produttive: ha avuto poche attenzioni dai genitori, ma ha potuto studiare filosofia e viaggiare, ed ha prestato servizio nell’esercito. Aurelio è un epicureo convinto, rifugge i giochi gladiatori, ed è amico dell’imperatore Claudio.

Nelle indagini Aurelio può quindi contare sulle sue spiccate abilità intellettuali e deduttive, ma deve anche muoversi in tutti i quartieri della città e avere a che fare con ogni tipo di cittadino: in questo viene supportato dall’indispensabile presenza del fedele assistente, segretario e tuttofare Castore, suo liberto, di origine greca.
Castore è un elemento preziosissimo per la sua capacità di travestirsi e infiltrarsi in qualsiasi situazione, ricavando informazioni utili all’idagine, ma è anche un abile truffatore, falsario e ladro, anche a danno del suo stesso padrone: ogni occasione è buona per fare la cresta sui compensi ricevuti, per “prendere in prestito” abiti e oggetti di Aurelio o addirittura spacciarsi per lui.
Nonostante i continui battibecchi in cui si scontrano la saggezza di Aurelio e la furbizia levantina di Castore, la coppia funziona alla perfezione, con l’aiuto però di un altro personaggio fondamentale, Pomponia: moglie di un amico di Aurelio, la frizzante matrona ha accesso privilegiato a segreti e pettegolezzi dell’Urbe, attraverso la rete delle sue nobili amiche, ma anche delle chiacchiere della loro servitù.

Gli scenari in cui si svolgono le indagini sono occasione per descrivere la società romana in tutti i suoi aspetti: la grande casa di Aurelio permette di ossservare la vita nella tipica domus signorile dell’epoca, ma si fanno spesso incursioni anche nel popolare e malfamato quartiere della Suburra, nell’ambiente dei gladiatori (Morituri te salutant), nelle città della villeggatura e dell‘otium come Pompei e Baia (Ars moriendi), o in Grecia, durante le Olimpiadi (Olympia).
Le ambientazioni e le dinamiche sociali sono sempre ricostruiti in modo accurato, sono realistici e ben documentati; qualche volta Aurelio trova il modo di punire il colpevole con soluzioni, per così dire, alternative, ma compatibili con l’epoca storica.
Danila Comastri Montanari, ex docente e grande appassionata di storia antica, ha curato anche alcuni siti dedicati ai mistery ambientati in diverse epoche e culture (dall’antica Grecia al Medioevo, all’antica Cina, fino agli indiani Navajo), e pagine che contengono rassegne di strumenti e siti sull’antichità classica.

Oltre a racconti e romanzi, l’autrice ha dedicato un saggio proprio alla scrittura dei gialli storici, intitolato “Giallo antico. Come si scrive un poliziesco storico” (Hobby & Work, 2007).

La serie di Publio Aurelio Stazio è edita da Mondadori e da Hobby&Work; alcuni titoli sono disponibili anche in audiolibro ed ebook.

 

Immagini ©Mondadori

 

Chiara Ferretti
Ufficio comunicazione
Musei Civici di Reggio Emilia