Anni ’40

La figura di Renato Marino Mazzacurati ci presenta un artista che ebbe con Reggio un legame di necessità (si trasferisce alla fine degli anni venti presso l’abitazione dei genitori a Gualtieri a causa di difficoltà economiche) ma che svolge a Roma, in quegli anni, la propria attività e là costruisce la sua fama e i suoi legami culturali. I dipinti di Cesare Zavattini, che tra la fine degli anni trenta e i quaranta inizia a cimentarsi nella pittura, sono gustose scenette che, tra il realismo popolare e una vena di surrealtà, aggiungono qualcosa di nuovo alla complessa figura dello scrittore e cineasta di Luzzara.
Sempre Mazzacurati negli anni quaranta spezza la sostanziale monotonia degli artisti locali proponendo il nuovo linguaggio postcubista lanciato dalla Guernica di Picasso, linguaggio che, a partire dal dopoguerra, diviene comune denominatore di tutti quegli autori che vogliono coniugare impegno civile e ricerca formale: Nello Leonardi, Vivaldo Poli, Vittorio Cavicchioni. In linea con la cultura nazionale c’è chi segue la via del realismo, come lo stesso Leonardi, Vivaldo Fornaciari, Ariello Ferrarini, Mario Novellini e Luciano Bartoli, e chi invece si getta nelle sperimentazioni astratte e informali come Vivaldo Poli che nel frattempo, a Milano, ha conosciuto il Movimento Arte Concreta di cui diviene membro. Non ultima, fondamentale eredità di Mazzacurati è l’aver scoperto e promosso Antonio Ligabue, di cui i musei reggiani posseggono un importante deposito privato.