Anni ’50 – ’60

Negli anni della ripresa post bellica nasce il premio città del Tricolore, vetrina della poetica neorealista da cui appena si affacciano, nel corso degli anni, ricerche più avanzate. È la “contromostra” del 1959 che spezza questa egemonia grazie all’opera dei più giovani artisti reggiani: Nino Squarza, Marco Gerra, Gianni Ruspaggiari, Angela Bergomi, Mario Pini: cresciuti con l’esempio di Spazzapan e guardando ciò che avviene in Europa e negli Stati Uniti, approcciano l’informale durante un breve periodo di transizione che, attraverso new dada e noveau relisme, ma anche alla pittura di Francis Bacon, li conduce alla pop art e alle poetiche dell’oggetto.
Gli anni sessanta sono cruciali per la cultura reggiana; qui lavora il Gruppo 63, si pubblica Malebolge, i legami con Bologna sono fortissimi. Il sindaco Renzo Bonazzi porta a Reggio Emilia il Living Theatre, mentre Rosanna Chiessi inizia alla fine del decennio ad appassionarsi alle arti performative attraverso la conoscenza di Joseph Beuys. La libreria Rinascita diviene punto d’incontro di artisti e intellettuali di caratura nazionale, come Enzo Mari di cui possiede ed espone alcuni oggetti.