I giardini pubblici

Dopo la costruzione della Fontana dedicata all’abate Ferarri Bonini (1885) bisogna aspettare il 1927 per un nuovo importante intervento scultoreo nell’area dei Giardini pubblici, il Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, opera di Alberto Bazzoni, posto al limite tra spazio urbano e spazio verde. Negli anni trenta, in concomitanza con la ripresa di attenzione per lo sviluppo dell’arte dei giardini, l’idea di arredare il parco cittadino acquista una sempre maggiore consapevolezza. Dopo l’importante allestimento nel 1930 del Monumento funerario ai Concordi, significativa testimonianza di età romana rinvenuta a Boretto l’anno precedente, si decide il trasferimento delle statue provenienti dalla Villa Ducale di Rivalta rappresentanti Le Quattro stagioni. Sempre negli anni trenta si segnalano le donazioni di sculture da parte dei coniugi Parmeggiani, impegnati in questa sorta di ampliamento esterno della loro Galleria d’arte. Oltre alla fontana dell’elefantino, ai busti di Antonio Fontanesi e del Correggio, i coniugi donano due leoncini in terracotta oggi conservati presso la Galleria Parmeggiani . Al loro posto, su alti basamenti, da alcuni anni sono state collocate copie eseguite da docenti del Liceo artistico Chierici di Reggio Emilia. Negli anni cinquanta si assiste a una ripresa di interesse per l’arredo dei Giardini pubblici: nel 1953 si decide il trasferimento delle sculture di Riccardo Secchi rappresentanti Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo (concepite per il palazzo della Cassa di Risparmio di Via Toschi e poi collocate sotto il portico del Palazzo del Monte di Pietà), nel 1957 viene spostato anche il monumento dedicato ad Antonio Fontanesi, opera di Leonardo Bistolfi del 1921, in precedenza posto a fianco del Teatro Municipale. Sempre nel 1957 viene eretto il Monumento alla Resistenza.