Preistoria e protostoria

Età del bronzo

L’Antica Età del Bronzo (XVIII-XVII sec. a.C.) è documentata da un abitato perilacustre di tipo palafitticolo individuato a Rubiera all’interno delle casse d’espansione del Secchia. Fra i materiali di particolare rilievo una paletta ed un palo in legno, oltre ad alcuni gusci di nocciole conservati integri, grazie alle favorevoli condizioni di fossilizzazione. Il sito de La Braglia ospita un abitato perilacustre fiorito nella fase iniziale della Media Età del Bronzo (XVI-XIV sec. a.C.). La fase piena del Bronzo Medio è illustrata dai siti di Roncina e Motta Balestri (XV sec. a.C.). In quest’ultimo insediamento furono individuati tre “fondi di capanna” (forse circolari con un diametro compreso fra i 3 e i 10 metri) ed un terrapieno addossato al margine meridionale dello spazio abitativo. Le grandi terramare del Bronzo Medio e Recente (XIV-inizi del XII sec. a.C.) sono rappresentate da Cavazzoli, da Torretta e da Case Cocconi (una delle più estese). Fra i siti di collina o montagna, spesso in relazione con nodi viari, si segnalano gli abitati del Castetto, di Felina, di Torlonia Sopra, di Campo Pianelli. La necropoli della Montata è il più grande sepolcreto noto in area emiliana dopo quello di Casinalbo (Mo): 140 tombe contenenti un vaso di uso domestico a custodia dei resti del cremato e del suo corredo funerario. In alcuni casi un ciottolo o una tazza capovolta fungeva da coperchio (XV-XIII sec. a.C.). L’Età del Bronzo Finale (metà del XII-X sec. a.C.) è rappresentata dai sepolcreti di cultura protovillanoviana di Campo Pianelli e di Case Pantani. Nel primo, una cassetta litica solitamente custodiva ossuari coperti da un vaso capovolto o da una lastrina d’arenaria. Nei corredi funerari sono presenti una collana di vaghi d’ambra e di perle in vetro e due rasoi in bronzo.