Alfonso Beccaluva
(Reggio Emilia 1839 – 1871)
Filare di piante con veduta del ponte sul Crostolo a San Pellegrino
Inizi anni Sessanta del XIX secolo
Olio su carta, cm 31 x 45

Da prime opere ancora legate alla formazione in patria presso Giovanni Fontanesi Beccaluva arriva – presumibilmente nei primi anni sessanta – a composizioni di questo tipo, in linea con le ultime tendenze dell’arte emiliana. In particolare sono stati sottolineati rapporti con l’opera di Luigi Bertelli e Guido Carmignani, ma anche confronti con le novità macchiaiole che l’artista aveva potuto conoscere a Bologna in occasione dell’Esposizione del 1863 (solo nel 1868 infatti riuscirà ad ottenere dal Comune di Reggio una pensione per trasferirsi nella città toscana). Ma già in queste opere precedenti il soggiorno fiorentino sono accolte con maturità le importanti innovazioni della pittura di paesaggio: il taglio compositivo rifiuta l’impostazione tradizionale e si organizza per fasce sovrapposte o per cunei visivi, lo studio della luce si fa preciso, teso a individuare attraverso l’analisi delle ombre il preciso momento della giornata in cui la veduta è colta, la pennellata indugia nella sintesi di alcuni particolari o si frantuma nella resa coloristica e materica di zone di terreno.