Archeologia nel Reggiano

Eneolitico

Il termine, coniato da Chierici, indica l’epoca di transizione fra l’età della pietra e quella del bronzo, caratterizzata dall’uso contemporaneo di strumenti in rame, in selce scheggiata e in pietra levigata, nel corso del III millennio a.C.
A questa età risalgono una splendida ascia in giadeite, alcuni pugnali foliati, una collana con vaghi di marmo dalle Fornaci di Sant’Ilario d’Enza.
Un’intera vetrina è dedicata alla “caverna sepolcrale” detta Tana della Mussina. Lo scavo che Chierici vi condusse permise di portare alla luce almeno 18 scheletri umani, alcuni con evidenti tracce di combustione, che provano l’uso sepolcrale della grotta. Assieme alle ossa si rinvennero molti manufatti in parte riferibili ai corredi funerari, tutti purtroppo sconvolti già in antico. Si riconoscono ceramiche la cui superficie esterna è trattata nella tecnica “a squame”, asce in pietra verde levigata, un pugnale in selce, alcuni strumenti in rame, perle ed altri ornamenti in osso.
Le sepolture in grotta o entro riparo sotto roccia proprie del III millennio a.C. sono diffuse in larga parte dell’Italia centro-settentrionale e particolarmente nella fascia appenninica.

Eneolitico