Archeologia nel Reggiano

Età del ferro

Al “II periodo dell’Età del Ferro” Chierici attribuiva i sepolcri di S.Ilario d’Enza, con tombe a inumazione e a cremazione, in parte strappate dal terreno di scavo e trasportate in Museo (VI secolo a.C.).
Il “III periodo dell’Età del Ferro” corrisponde al momento di maggiore fioritura dell’Etruria padana (V secolo a.C.), nel quale si collocano le fasi urbane di Felsina e Marzabotto. In questo periodo fioriscono gli abitati di Castellarano e di Servirola presso S. Polo d’Enza, caratterizzati da impianti di tipo urbano regolari ed orientati, da edilizia in muratura, dalle importazioni di ceramica greca, da iscrizioni in lingua ed alfabeto etrusco.
Ai materiali da Servirola è riservata un’ampia sezione espositiva, nella quale si segnalano testimonianze di culto (bronzetti ed iscrizioni votive) e numerose ceramiche attiche a figure rosse. Fra le strutture messe in luce a Servirola vi erano alcuni pozzi, due dei quali furono esplorati sistematicamente. L’interpretazione come pozzi sepolcrali che ne diede Chierici oggi non è più seguita. L’uso di queste strutture per l’approvvigionamento idrico potrebbe essere provato dal rinvenimento di secchi per acqua e di uncini utilizzati per calare i vasi sul fondo del pozzo.
Dal “pozzo del margine” provengono otto lingotti di rame ferroso segnati con un’impronta a rilievo (aes signatum).

Età del ferro