Archeologia nel Reggiano

Età romana

Il Chierici non curò di distinguere i materiali di età romana secondo le provenienze; piuttosto li ordinò per materia e per classi (bronzetti, lucerne, bolli laterizi, ecc.). Le epigrafi (collocati nel Portico dei Marmi) e i mosaici (collocati nell’Atrio) vennero isolati dai complessi archeologici di appartenenza.
La colonia di Brixellum (odierna Brescello), i municipia di Regium Lepidi (odierna Reggio Emilia) e di Tannetum (odierna Taneto-S.Ilario d’Enza), il vicus di Luceria (com. di Canossa) costituiscono i poli della penetrazione romana nel Reggiano. Il sistema viario era imperniato sull’asse della via Aemilia (187 a.C.), buona parte dell’agro era ordinata nelle centuriazioni, che includono poderi, strade e canalizzazioni in un unico ordito a trame ortogonali.
Di particolare interesse è la documentazione archeologica relativa al sepolcreto di Luceria (una tomba a cremazione formata da tegoli custodiva un’urna di bronzo e un ricco corredo formato da monili e monete d’argento) ed alle necropoli attorno a Brixellum (corredi funebri della gens Julia, fra i quali si segnalano i giocattoli in piombo di Julia Graphis). Statuine di divinità egiziane e di ushabti potrebbero attestare la diffusione di culti orientali nel Reggiano.