Fuggiasco tra i boschi dell’Appennino

Filippo Re

Filippo Re

FUGGIASCO TRA I BOSCHI DELL’APPENNINO

Filippo Re nasce nel 1763 a Reggio Emilia. La famiglia, arrivata a Montecchio nel ‘600 dalla Lombardia, era dedita al commercio di stoffe. In seguito ad Antonio Re, nonno di Filippo, era stata affidata dal duca la gestione delle gabelle. L’intransigenza era tale da far nascere in città un detto popolare: “Reggio è una città bella, ma ci salvi Dio da Antonio Re e dalla Gabella”. Sta di fatto che vuoi con i commerci, vuoi con la gestione delle gabelle Antonio Re aveva accumulato una consistente fortuna e acquistato di vaste estensioni di terra, parte delle quali era passate al padre di Filippo, che era stato inoltre insignito del titolo di Conte.
Filippo, dopo gli studi presso i Gesuiti a Ravenna e il diploma in scienze matematiche a Reggio Emilia., si dedica allo studio agrario nelle aziende del padre, e nel 1789 viene nominato dal Duca professore di agricoltura nelle Scuole di Reggio.
Nei rapidi cambiamenti politici che si susseguono tra 1796 e l’inizio dell’800 Filippo Re, a differenza del fratello, fervente giacobino (nel 1796, ma Governatore di Reggio nel 1815 al ritorno dei Duchi), si definisce “uomo prudente” e tende a mantenere una posizione moderata, pur accettando di ricoprire alcuni cariche pubbliche. Quando per lui la situazione sembra farsi delicata trova rifugia sull’Appennino. Nascono così il “Viaggio al Ventasso e alle terme di Quara” e il “Viaggio agronomico per la montagna reggiana”.
Nel 1803 è incaricato da Napoleone della cattedra di agricoltura presso l’Università di Bologna, di cui è anche rettore nell’anno 1805/06 e dove apre un orto botanico sperimentale. Pubblica in questo periodo la maggior parte delle sue opere, improntate alla ricerca di un miglioramento delle tecniche colturali e alla trasmissione delle conoscenze agli agricoltori. Escono così L’ortolano dirozzato, Il Giardiniere avviato all’esercizio della sua professione, gli Annali di agricoltura, la Flora estense, gli Elementi di agricoltura, Dei letami e delle altre sostanze adoperate in Italia per migliorare i terreni e come profittarne, il Saggio sulla coltivazione e sugli usi del pomo di terra e specialmente come valga a migliorare i terreni e Istruzione sul modo di coltivare il cotone
Dopo la Restaurazione, che riporta Bologna sotto lo Stato della Chiesa, Filippo Re torna nel Ducato di Modena e Reggio. Qui gli viene offerta da Francesco IV una cattedra universitaria, che tiene fino alla morte, avvenuta a Reggio, per tifo, nel 1817: dal momento che i governanti negavano la presenza di una epidemia, la sua scomparsa viene così commentata: “E’ morto il Conte Re, di quel male che non c’è”.
Il suo erbario, costituito da circa 8000 fogli, è conservato ai Musei Civici di Reggio Emilia e una lapide, in via Fontanelli, ricorda l’orticello della casa paterna, che fu il suo primo laboratorio. (S.C.)
Dove: For inspiration only, Diorama A