“Ho schiarito una coscia di Venere”

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“HO SCHIARITO UNA COSCIA DI VENERE E TAGLIATO LE MANI A FILIPPO IV”

Il 13 Dicembre 1936 il prefetto di Reggio riceve una sorpresa. Sul suo tavolo di lavoro trova una lettera del pittore e restauratore Giuseppe Menozzi. Nella lettera Menozzi, dopo aver ricordato l’iscrizione al Partito Fascista e la militanza nel gruppo rionale Amos Maramotti, accusa Luigi Parmiggiani di esporre quadri falsi nella sua galleria. Vengono citati in particolare “Venere che benda Adone” di Tiziano, “Il vizio e la virtù” del Veronese, “Piazza San Marco” del Canaletto. Ammette di “aver schiarito una coscia di Venere, tagliato, perché brutte, le mani di Filippo IV e aver aggiunto fiori in vari dipinti di Cesare Detti”. Il prefetto, pilatescamente, passa la palla al Podestà Borettini. Il 17 Dicembre Borettini risponde ricordando le fasi dell’acquisizione, la consapevolezza di dubbie attribuzioni e la decisione di procedere all’acquisto in virtù di una ragione superiore: dotare Reggio di una collezione di fama internazionale. Menozzi aveva scritto la lettera motivato dal non riuscire a riscuotere dal Parmiggiani un modesto credito di 250 lire. Menozzi non si ferma a Reggio, coinvolge pure Roma Fascista. Ai primi di Gennaio la giovane ispettrice alle Belle Arti Augusta Ghidiglia Quintavalle è a Reggio. Nella sua relazione la Quintavalle conferma in linea di massima le asserzioni di Menozzi. Viene però segnalato che le errate attribuzioni sono da assegnare “non ad un volgare intento di mistificazione, quanto piuttosto alla mancanza di risorse di una diligente disamina scientifica delle stesse”. Avuta questa relazione, il Prefetto e il Podestà risolvono la querelle. Menozzi viene tacitato con soldi messi a disposizione dal Partito Nazionale Fascista. Viene inoltre raccomandata la compilazione di un catalogo scientifico. “Ora questo si può fare grazie al progredire degli studi in storia dell’arte, che tanto impulso hanno avuto grazie alle direttive del Duce Benito Mussolini”. Per avere questa catalogazione bisognerà aspettare cinquant’anni. Solo in occasione della riapertura della galleria nel 1988 si provvide, a cura del Dottor Giancarlo Ambrosetti, a dare avvio ad una catalogazione, che continua tuttora, dei materiali raccolti da Luigi Parmeggiani. (A. M.)
DOVE: Galleria Parmeggiani