LA FINESTRA METEORICA
Sopra i tetti di Palazzo San Francesco, sede dei Musei Civici, si innalza un’altana quadrangolare, sulla quale è tuttora possibile vedere una banderuola direzionale ed un anemometro. È tutto ciò che resta dell’osservatorio meteorologico Angelo Secchi. Nel 1866 il conte Luigi Sormani Moretti acquistò a Parigi, ove era in missione diplomatica, per il “Regno d’Italia”, strumenti scientifici di precisione per il neonato Istituto Tecnico. Nell’elenco di questi strumenti figurano un igrometro, un termometro di massima, un termometro di minima. Con questa spartana attrezzatura il conte Francesco Sormani, fratello di Luigi e professore di fisica all’Istituto Tecnico, iniziò le osservazioni meteorologiche . Nel 1868 l’osservatorio entrò nella rete nazionale dell’Ufficio centrale per la Meteorologia del Ministero dell’Agricoltura. Nel 1873, grazie all’interessamento del prof. Ragona dell’Università di Modena, l’osservatorio subì una radicale ristrutturazione. Si costruì la terrazza sul tetto, vennero resi disponibili i vani sottostanti; si ricavò la “finestra meteorica”, realizzando sul lato Nord un balcone coperto, ancora visibile in fotografie degli anni 50’. Si trattava di una struttura in legno di larice lunga 2 metri, sporgente 1,07 metri e alta, 2,14 metri. All’interno della struttura pensile, su scansie riparate dal sole, erano collocati un evaporimetro, un termografo, un meteorografo. Questi strumenti erano stati indicati dall’Ing. Taschini, collaboratore di padre Angelo Secchi e suo successore alla guida dell’Osservatorio del Collegio Romano. Sulla terrazza erano alloggiati anemometro, segnavento e pluviometro, ed una particolare meridiana che rilevava l’esatto momento della culminazione del sole a mezzogiorno (mezzogiorno locale). Nel locale sottostante trovava posto la strumentazione di registrazione dei dati, comunicati attraverso un sistema di aste alloggiate nei corpi ottagonali agli angoli la terrazza.
Le rilevazioni fatte 3 volte al giorno (alle 8, alle 14, alle 19) comprendevano: temperatura, pressione, umidità relativa, direzione e velocità dei venti, stato del cielo tipo, tipo di nubi e precipitazioni. Tutti i dati venivano comunicati mensilmente all’Ufficio centrale di Meteorologia e Geofisica. In caso di pioggia o neve veniva spedito un telegramma. La stampa locale pubblicava un bollettino quotidiano. L’osservatorio funzionò senza interruzioni, compresi gli anni di guerra, sino al 1954. Da quell’anno cessano le informazioni.
Photo by Giuseppe Fantuzzi [ca.1900], Via Spallanzani: Civici Musei, proprietà Fototeca Panizzi